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Renzi: "Noi riporteremo Draghi al Governo"

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Intervista di Michele De Feudis, "La Gazzetta del Mezzogiorno", 18 settembre 2022.

Presidente Matteo Renzi, in Puglia i capilista sono due donne di governo, Mara Carfagna e Teresa Bellanova. Una risposta pragmatica al populismo di M5S e Emiliano?
«C'è chi usa le donne come una bandierina: in Azione e in Itali Viva le donne sono ministre, Capigruppo, coordinatrici regionali e locali. Il mio governo fu il primo a rispettare la parità di genere e ne vado orgoglioso. Con le donne e gli uomini della nostra comunità politica, contrapponiamo la serietà e la competenza al populismo. Alla demagogia di Emiliano che si dice di sinistra e poi abbraccia il sindaco di Casapound, noi rispondiamo con il riformismo coraggioso e la difesa del lavoro di una donna come Teresa Bellanova. All'assistenzialismo del M5S, con la visione di Mara Carfagna di un sud come motore del Paese».

Draghi indisponibile per il bis a Palazzo Chigi. Resta il draghismo. Come si declina nella prossima legislatura?
«Cosa avrebbe dovuto rispondere Draghi a una domanda così diretta in conferenza stampa? La sua risposta è sintomo di serietà. Quando durante la crisi del Governo Conte si parlava di portarlo a Palazzo Chigi, tutti dicevano che non era disponibile. Riproveremo a portarlo nuovamente alla guida del Paese».

Puglia come piattaforma energetica nazionale nel Mediterraneo. È favorevole al raddoppio del Tap e al rigassificatore a Brindisi?
«Quando volemmo il Tap, da Giorgia Meloni a Forza Italia, dal Pd di Emiliano a Forza Nuova, ci accusarono di voler distruggere la Puglia. Di Battista disse che una volta al Governo il M5S l'avrebbe bloccato. Oggi la spiaggia di Melendugno ha la bandiera blu d'Europa e il M5S chiede il raddoppio della portata, sono andati fino in Azerbaigian per ottenerlo. La campagna contro di noi è stata feroce, ma il tempo è galantuomo e oggi, con la crisi energetica e le bollette alle stelle, i fatti ci danno purtroppo ragione. I rigassificatori servono al Paese: Piombino e Ravenna sono i siti individuati attualmente dal Governo ma se dovesse servire quello di Brindisi, noi diremo convintamente sì. Non averlo fatto prima è stata un'occasione mancata per Brindisi e per il Paese. Oggi se ci fosse saremo più facilmente indipendenti dal gas russo».

Boccia alla «Gazzetta» ha chiarito che il Pd continuerà a governa città e regioni con i grillini, mentre Conte ha bombardato l'agenda Draghi nel tour pugliese. Cosa non torna?
«Quello che non torna è un Pd schiacciato e succube del M5S. Per chi ha creduto nella stagione riformista, appare tutto surreale. Le posizioni di Boccia non sono diverse da quelle di Letta: il primo esplicita il suo amore per Conte e I grillini, il secondo ne condivide l'agenda dicendo no al jobs act e sì al reddito di cittadinanza. L'abbraccio del Pd al M5S è un insulto al suo popolo, fatto di militanti appassionati, che sono anche costretti a votare uno come Luigi Di Maio che accusava il Pd di essere il partito che a Bibbiano sottraeva i bambini alle famiglie».

Caro-bollette. C'è l'ipotesi di uno scostamento di bilancio per andare incontro a famiglie e imprese?
«Draghi si è detto contrario allo scostamento di bilancio e ha preferito ricorrere a risorse già disponibili nelle casse dello Stato per aiutare famiglie e imprese, per non esporre l'Italia al rischio speculativo. Se servirà, lo valuteremo certamente, a patto poi di non farne altri, per ora appoggiamo la scelta di Draghi. Giuste le misure intraprese per dare sollievo a famiglie e imprese, ma la strategia deve essere quella di cercare di ottenere un tetto europeo al prezzo del gas, costruire i rigassificatori, dire sì all'estrazione del gas nell'Adriatico, sì al nucleare di nuova generazione, no ai veti sulle rinnovabili».

Sul reddito di cittadinanza?
«Il reddito di cittadinanza è una misura culturalmente sbagliata. Dire alle persone restate a casa, ci pensa lo Stato a farvi sopravvivere significa non avere fiducia nella capacità dei cittadini. Significa renderli dipendenti dallo Stato. Io immagino un Sud delle opportunità, un Sud dove un giovane laureato non sia costretto a scappare al Nord per trovare occupazione. Si parla tanto di immigrazione ma il vero dramma è l'emigrazione. Investire nel lavoro è la risposta. Costruire infrastrutture che creano occupazione e attirano investimenti, investire in decontribuzione per favorire le assunzioni. Poi giusto che lo Stato dia un aiuto a chi non ce la fa, ma la povertà non si combatte solo con i sussidi».

Teme una svolta autoritaria con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi? Ci sta alla Bicamerale con la leader Fdi?
«Non penso che Meloni sia un pericolo perla democrazia ma per i conti pubblici. Una bicamerale? Perché no. A questo Paese servono le riforme istituzionali, discutiamone».

Se al Senato non ci sarà una maggioranza chiara, che farete con Calenda?
«Se il Terzo Polo arriverà al 10%, proveremo a riportare Draghi alla guida del Paese. Se invece la Meloni dovesse essere premier, noi saremo all`opposizione. In modo corretto e leale, ma all'opposizione».

Tanti esponenti del Pd pugliese esprimono dissenso rispetto alla linea Emiliano e alle candidature. Dopo il 26 prevede nuove adesioni da questo fronte al Terzo Polo?
«Il Terzo Polo è la casa di chi non accetta che il Pd sia diventato il partito della decrescita e del populismo di Michele Emiliano. Il negazionista della Xylella e del no al Tap. La nostra porta è aperta per i riformisti che non si riconoscono più in questo Pd».

Antonio Decaro potrebbe scendere in campo nell'agone nazionale dem. Magari dopo una vostra sfida a calcetto avrebbe qualche consiglio non richiesto da dargli?
«Antonio è un bravo sindaco e un amico. Nel mio ultimo libro , "Il Mostro", c'è un passaggio, di cui il vostro giornale ha gentilmente pubblicato un estratto, dedicato a lui e alla Puglia. Mi ha fatto male andare a Bari e non poter mangiare un panzerotto con lui per paura di danneggiarlo, dopo la feroce campagna che Emiliano alleato con la destra aveva fatto contro di me sul Tap. Ad Antonio faccio un in bocca al lupo sincero, qualunque sarà la sua strada».