Estratto dell'intervista di Francesco Bei, "la Repubblica", 23 dicembre 2021.
Matteo Renzi, che di Draghi è stato uno dei principali sponsor, non concorda sul principio, enunciato ieri in conferenza stampa dal premier, che la maggioranza di governo debba tradursi in una maggioranza per il Quirinale. Anzi, richiamando il precedente di Mattarella (di cui fu il principale regista), ricorda che il Quirinale "fa storia a sé".
Draghi dice: indipendentemente da chi sarà a palazzo Chigi, il governo ha creato le condizioni per andare avanti sia sul Covid che sul Pnrr. Eppure è appena stato rinnovato lo stato d'emergenza e i dati sui contagi preoccupano tutti gli italiani. Lei ha visto nelle parole del premier il segno di un congedo?
"Ci leggo il segno di una svolta compiuta. Un anno fa eravamo in crisi, con Conte a fare le dirette Facebook di Casalino e Arcuri a disegnare primule. Con coraggio abbiamo aperto una crisi di governo difficile da spiegare allora, ma facile da capire oggi visti i risultati. Nelle parole del premier ho sentito l'orgoglio perché viviamo in un mondo totalmente diverso a quello di dodici mesi fa. Ne valeva la pena".
Draghi si chiede retoricamente come fa una maggioranza che si divide sul Quirinale ad andare avanti come se niente fosse sul governo. È un modo per far capire che sarebbe costretto a gettare la spugna?
"Nel 2015 scegliemmo Mattarella e non tutta la maggioranza di Governo fu d'accordo: alcuni partiti erano scettici o contrari. Oggi possiamo dire che aver individuato Sergio Mattarella è stato un bene per l'Italia. Ma sette anni fa la maggioranza parlamentare fu diversa dalla maggioranza presidenziale: il Quirinale fa sempre storia a sé".
Come si arriva a un'elezione di Draghi al Colle visto che tutti, tranne forse Meloni, hanno detto che sarebbe meglio che continuasse a palazzo Chigi?
"Suggerisco di abbassare i toni, riporre il pallottoliere e godersi il Natale. Questa discussione va ripresa il 10 gennaio, non prima. Io penso che Draghi sarebbe un ottimo Presidente della Repubblica come penso che sia un ottimo premier. Inserirlo nel calderone dei nomi oggi serve solo a gettare fumogeni. Fino al 24 gennaio lasciamo che Draghi si occupi di terza dose, di Pnrr, di ripresa economica. Poi tutti insieme sceglieremo l'inquilino migliore per il Colle. Parlarne oggi è come discutere dello scudetto ad agosto. Io non partecipo al fantamercato, mi concentro sulle vere priorità".
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