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Renzi: «Ora da Ue risposta forte: contromisure e via la burocrazia»

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Intervista di Matteo Renzi per il «Il Sole 24 ore» del 04-04-2025

di Emilia Patta

Alla fine la scossa del dazi annunciati da Trump è arrivata, senatore Renzi, come giudica la scelta della Casa Bianca?

Un autogol per i consumatori. Un disastro per i risparmiatori che vedono le borse crollare. E la dimostrazione che i sovranisti fanno male all'Italia. Noi abbiamo fatto Industria 4.o, il Jobs Act, l'Irap costo del lavoro, le altre misure per le imprese. I sovranisti invece applaudono chi colpisce al cuore il made in Italy. Adesso però la prima partita da giocare è a Bruxelles.

Quale deve essere la risposta europea?

Deve essere duplice. La prima è darsi una bella svegliata, come chiede Mario Draghi. L'Europa deve ridurre la burocrazia, semplificare, cancellare gli obblighi assurdi che indeboliscono la nostra competitività: gli obblighi burocratici sono dazi che ci siamo imposti da soli. La seconda, necessaria, è rispondere agli Stati Uniti. Chi dice non apriamo una guerra commerciale con Trump ignora una semplice verità. La guerra è già in atto e hanno cominciato loro. Saremmo considerati ancora più deboli con una reazione molle. Da ieri c'è un mondo diverso: i nostri alleati ci hanno dichiarato guerra, perché i dazi sono una guerra commerciale. Dobbiamo reagire noi europei, al nostro interno e al nostro esterno.

Per altro il commercio estero è una materia di esclusiva competenza Ue, mentre da noi si evocano improbabili accordi bilaterali.

Questo lo dicono i leghisti che seguono Salvini. Già Zaia ha una posizione più intelligente. La verità è che a noi serve l'Europa. Un'Europa diversa da quella di oggi, ma l'Europa. E del resto chi diceva "Meloni tratterà accordi privilegiati con Trump" oggi fai conti con la realtà. Meloni è una delle poche leader che Trump non ha nemmeno invitato alla Casa Bianca. Tutti dicono che Meloni è brava a livello internazionale, io dico "magari lo fosse".

Però anche tra le opposizioni c'è chi giudica positivamente la politica estera del governo.

Rispetto le opinioni di tutti. Ho fatto il premier e raramente ho visto l'Italia così fuori dai tavoli che contano. Meloni è molto brava a comunicare, totalmente incapace di avere una linea. Prima con Putin, poi con Zelensky. Prima contro l'Euro, poi con l'Euro. Prima contro la Nato, poi con la Nato. Prima con Biden, poi con Trump. Per me la presidente non è all'altezza del compito. E i suoi ministri fanno persino peggio di lei.

Che consigli darebbe a Meloni, che ha voluto rassicurare dicendo che i dazi non sono una catastrofe?

I dazi non sono una catastrofe? Penso che a forza di ascoltare il presidente americano Meloni abbia smesso di ascoltare gli imprenditori italiani. Se la premier vuole fare le cose sul serio, dia il via libera Mercosur. Anziché continuare a tentennare. La sua squadra è imbarazzante. Condivido le critiche del presidente Orsini di queste ore bisogna intervenire su Pnrr, Energia, Transizione 5.0. Se Meloni vuole cogliere l'occasione per smettere di fare l'influencer e iniziare a governare ha una grande opportunità. Inizi con il mettere alla guida dei due ministeri chiave due persone competenti: non possiamo affrontare la tempesta dei dazi con Urso e Lollobrigida Serve il merito, non l'amichettismo. Chiami al governo due persone del mondo del lavoro, delle imprese. Dia i dossier a chi ne capisce.

Sul ReArmEu presentato da Ursula von der Leyen lei ha dato un giudizio negativo. Non pensa che sia comunque un passo avanti?

Confermo il mio giudizio negativo su Ursula von der Leyen. Per me lei non è una leader, ma una burocrate. Basta vedere il Green Deal per capirlo: abbiamo distrutto un pezzo di economia in nome della difesa dell'ambiente. Ma trasferendo le imprese in India e Cina non facciamo un favore alla sostenibilità: stiamo solo creando povertà anziché ricchezza. Anche sul ReArm trovo troppe cose sbagliate, a cominciare dal nome. La mia posizione è identica a quella di Draghi. Oggi all'Europa serve una difesa comune, certo, come sognava Aldde DeGasperi. Fossi stato in Aula avrei votato sì, comunque piuttosto che niente, meglio piuttosto. Ma serve molto altro per cambiare l'Europa. Un miglior coordinamento nelle spese militari, certo. Ma anche meno sprechi e meno burocrazia. Io sono per gli Stati Uniti d'Europa, ma non ho i paraocchi.