parlamento diritti civili Ddl Zan

Renzi: "Le leggi le scrivono i parlamentari, non i cardinali"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Estratto dell'intervista di Annalisa Cuzzocrea, "la Repubblica", 24 giugno 2021.

"La legge Zan non viola il Concordato e la nota verbale del Vaticano è un errore. Le leggi le scrivono i parlamentari, non i cardinali". Nel suo studio a Palazzo Giustiniani, Matteo Renzi spiega perché l’opposizione di un pezzo di Chiesa alla legge contro l’omotransfobia non sia accettabile. "Un’entrata a piedi uniti di questo tipo riporta indietro le lancette dell’orologio a 5 anni fa, prima delle Unioni Civili. Dico che è un autogol da politico, perché riapre uno scontro Stato-Chiesa di cui non si vedeva il bisogno, ma anche da cattolico, perché non possiamo fare l’errore di ridurre il messaggio del Vangelo a mero fatto etico. Come credente sono dispiaciuto per lo scontro tra pezzi di Vaticano e pezzi di Cei, come politico difendo la laicità delle istituzioni".

Quindi la Zan non va cambiata?
"Lo deciderà in libertà il Parlamento, non il Vaticano. Italia Viva ha già votato alla Camera e voterà in Senato. Ma suggerisco prudenza: se con il voto segreto va sotto su un emendamento, la legge rischia di essere affossata. Una legge serve e va approvata velocemente: i promotori devono decidere se accettare alcune modifiche con una maggioranza ampia o rischiare a scrutinio segreto su questo testo. Quando approvammo le unioni civili, facendo un’operazione bella, di avanzamento dei diritti, trovammo delle mediazioni".

Voi però lo voterete?
"Noi si. Ma fossi nei promotori cercherei un consenso largo e mi preoccuperei delle critiche fatte da una parte del Pd su scuola e femminismo. Sono pragmatico e cerco di calare l’ideale nella realtà. Se invece usi i diritti solo per definirti e marcare un consenso personale, se lo fai per inseguire i like degli influencer, non fai politica, sei un populista. Mi ha colpito vedere Conte e Letta il primo maggio twittare insieme: la sinistra riparta da Fedez. Ma io me lo ricordo Fedez quando urlava in piazza contro Giorgio Napolitano o usava espressioni omofobe. Avrei parlato più delle tragedie di Saman e Luana e meno dei post di Fedez".

Perché mettere in conflitto diritti civili e diritti sociali, non si può lottare per entrambi?
"Si può e si deve. Ma la politica si misura sulle risposte che si danno su JobsAct e infrastrutture, non sulla polemica Letta-Salvini su quanti calciatori della nazionale devono inginocchiarsi. Diamo risposte ai problemi e lasciamo in pace la Nazionale di Mancini che è una delle poche cose che funzionano. Quella di Enrico mi sembra una tattica, per acchiappare qualche like, speculare e opposta alla logica di Salvini. Per questo non ho apprezzato quando dopo aver rifiutato di discutere nel merito del ddl Zan con la Comencini ha aperto a modifiche dopo l’uscita del Vaticano. Mi è sembrato un atto di subalternità psicologica".

Ha detto che va bene così com’è e si riconosce nelle parole di Draghi.
"E vorrei vedere. Sono parole sacrosante, ma sono anche l’Abc. Il mio amico Zan è in Parlamento perché nel 2018 l’ho imposto capolista del Pd contro il parere di tanti. Sono contento faccia le sue battaglie. Gli raccomando di essere prudente perché mi dispiacerebbe se tutto fosse affossato. Ma quel che è fondamentale è che a votare siano i parlamentari senza ingerenze di alcun genere. Questa è la vera laicità, che noi difendiamo. In democrazia si ascoltano tutte le campane, ma si vota in aula e si rispetta il volere della maggioranza".

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.