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Renzi: "Il vaccino Covid sia obbligatorio"

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Estratto dell'intervista di Maria Teresa Meli, "Corriere della Sera", 11 agosto 2020.     

Senatore Renzi, giusto un anno fa lei in un'intervista al nostro giornale promuoveva la nascita di un governo Pd-Cinque Stelle. Non se ne è mai pentito?
«In questo anno non c'è stato un solo giorno in cui non mi sia domandato se abbiamo fatto la scelta giusta. Tutti i santi giorni. Mi sono infatti evidenti i limiti del populismo grillino, che talvolta contagia anche qualche esponente del Pd. Ma se penso a come Salvini e Meloni avrebbero guidato il Paese in questo anno mi vengono i brividi: avremmo emulato Bolsonaro e Orbàn anziché Macron e Merkel. E quindi mi convinco che nonostante tutti i limiti di questa coalizione, sì, io quella intervista la rifarei anche domattina. Aver allontanato Salvini dal Viminale rimane una pagina positiva per l'Italia».

Ma che giudizio dà del governo Conte?
«In Europa Conte ha fatto bene: con i populisti eravamo considerati i gilet gialli d'Europa, ora siamo tornati dalla parte dell'asse franco-tedesco. Adesso bisogna vedere come il premier lavorerà in Italia. Molti dei provvedimenti presi sono funzionali al consenso, come si vede dalla insistita narrazione sui sondaggi e sul consenso social. Ma se vuoi salvare un Paese non può guidarti l'ansia del consenso. Servono dunque riforme coraggiose, anche facendo cose controcorrente. Se avessimo guardato i sondaggi non avremmo mai fatto il Jobs Act, Industria 4.0 o le unioni civili. Per noi è importante come il governo vorrà scrivere il Recovery Plan: basta assistenzialismo, servono gli investimenti. Basta sussidi, serve la crescita. E sulle grandi sfide internazionali l'Italia deve essere più presente: ad esempio ci siamo persi la Libia nel silenzio dei commentatori. In Libano ho apprezzato che Macron sia andato a Beirut, riaffermando una presenza europea nella regione: l'Italia deve darsi una mossa. E trovo surreale farci rappresentare da quei grillini che confondono i libici coi libanesi».

Secondo lei sarà in grado di superare la crisi economica e sociale del prossimo autunno?
«A me interessa che gli italiani, più che il governo, superino la crisi. Abbiamo a disposizione una massa di soldi mai vista, una montagna di risorse. Se ci fosse stato Salvini non avremmo mai preso i 209 miliardi di euro. Questo mi rende orgoglioso di aver fatto la mossa del cavallo esattamente un anno fa. Ma non basta più adesso perché Conte non può solo rivendicare di averli presi: adesso vanno spesi. Oggi la priorità è spendere bene. E per farlo il governo deve essere concreto: meno annunci, più provvedimenti puntuali per favore. Noi siamo pronti a dare una mano, ma la politica del rinvio non basta più: dalla politica industriale alle infrastrutture non possiamo più aspettare. Possiamo farcela, dobbiamo correre».

Senatore Renzi, secondo lei i parlamentari che hanno preso il sussidio Inps per le partite Iva si dovrebbero dimettere?
«Questi parlamentari hanno compiuto un gesto meschino. Hanno tolto 600 euro a chi ne aveva bisogno pur avendo loro stipendi ipergarantiti. Una cosa legittima dal punto di vista normativo ma squallida dal punto di vista sostanziale. Una vergogna totale. Detto questo, mi colpisce il clima populista di caccia alle streghe che l'Inps ha instaurato. Dire e non dire, annunciare e non smentire, far circolare notizie false: ad esempio nessuno di Italia Viva ha preso quei soldi, ma perché siamo stati coinvolti anche noi? Chi dovrebbe riflettere sulle proprie dimissioni non sono solo i tre parlamentari interessati ma anche e soprattutto il presidente Inps che da mesi dimostra di essere totalmente impreparato e incompetente. Tridico ha sbagliato tutto su cassa integrazione e misure per le partite Iva: per questo deve andare a casa, non per il pasticciaccio sui parlamentari. Aver difeso i colori grillini in campagna elettorale non può essere l'unica ragione per cui viene protetto da Palazzo Chigi nonostante i macroscopici errori. Nei posti di responsabilità vanno messi quelli bravi, non i Signorsì. Spesso mi hanno attaccato sulle nomine, ma vorrei ricordare che io all'Inps avevo indicato una personalità libera e indipendente come Tito Boeri, non propriamente un mio ultrà».


Chi lo desidera, può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.