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Renzi: "Dico no a un'Italia in coprifuoco. Fatta a distanza la scuola è dimezzata"

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Estratto dell'intervista di Andrea Malaguti, "La Stampa", 18 ottobre 2020.

Senatore Renzi, le piace il coprifuoco alle 22?

«Spero che non si arrivi a questa misura. Dobbiamo convivere ancora per mesi con il virus e non si può procedere sulla base di emozioni passeggere. Il coprifuoco può essere una misura emergenziale e temporanea, ma abbiamo ancora diverse settimane prima di arrivare al vaccino».

 

E dunque?

«Penso che sia più giusto concentrarsi sulle "t" mancano: tamponi rapidi, tracciamento, terapie intensive, trasporti pubblici. Chi vuole chiudere i parrucchieri che rispettano le regole prima deve spiegarci perché ci vogliono code chilometriche per i tamponi».

 

Sbagliata anche la didattica a distanza alle superiori?

«Per me non ha senso. Sono marito di una professoressa, padre di uno studente universitario e di due liceali: so per esperienza diretta che chiudere oggi le scuole e affidarsi alla didattica a distanza sarebbe una tragedia per chi crede nella sfida educativa. Con la didattica a distanza la scuola è dimezzata».

 

L'impressione è che non essendo in grado di controllare i trasporti sacrifichiamo i diritti degli studenti.

«Purtroppo è la stessa impressione che ho anche io. Si paghino più corse, si coinvolgano i proprietari di autobus privati, si usino Ncc e taxi che soffrono: ma mandiamo i ragazzi a scuola. Faccio una provocazione: anziché pensare di inviare l'esercito a controllare movida e negozi, mandiamo i pullman dell'esercito per accompagnare i ragazzi a scuola».