paese istituzioni

Renzi: "Conte cerchi i vaccini, non i voti. I senatori di Italia Viva sono compatti"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Estratto dell'intervista di Barbara Jerkov, "il Messaggero", 16 gennaio 2021.  

La maggioranza parrebbe non più così sicura di avere i numeri per andare avanti anche senza di lei, presidente Renzi. Lei come la vede?
«Secondo me senza di noi non hanno i numeri. Sono lontani da quota 161 al Senato. Hanno raccontata un loro auspicio come fosse la realtà. Adesso possiamo parlare di vaccini, di soldi per la sanità, di posti di lavoro, di turismo, di ambiente? La strada della matematica si è chiusa, suggerirei di tornare alla politica».

Dopo esservene dette a vicenda di tutti i colori, ora sembra essere giornata di mediazioni. Ha sentito Zingaretti dire che "in questo anno e mezzo di governo sono stati commessi molti errori e ci sono state molte lentezze"?
«Condivido tutto quello che Zingaretti ha detto in questi ultimi mesi sul governo. Anche quello che ha detto ieri. È sempre interessante quando il segretario del Pd si produce in analisi politiche e non si limita a rilanciare i tweet di Casalino. E il suo giudizio sul ritardo del governo è ampiamente condiviso dal Paese, non solo dal sottoscritto. Siamo i peggiori per il mondo per il numero di morti di Covid in rapporto alla popolazione, abbiamo un crollo del PIL devastante e senza paragoni, mandiamo i nostri ragazzi a scuola meno di tutti gli altri. Bisogna smetterla di dire che siamo il modello per il mondo. E uscire dall'immobilismo».

Le confesso che non mi è chiaro il suo rapporto con il Pd. Qualcuno di loro insiste a dire che con Renzi non è affatto chiusa, Zingaretti però l'ha definita inaffidabile. Chi considera ancora suo amico nel Pd?
«È mio amico chi chiede i soldi per la sanità attraverso il Mes, chi vuole dare i fondi ai Comuni e riaprire le unità di missione sull'edilizia scolastica e sul dissesto idrogeologico, chi vuole l'alta velocità, chi lotta contro i no vax e vuole riaprire le scuole in sicurezza, chi crede nella cultura e nel turismo, chi parla di contenuti e non si limita a copiare la comunicazione grillina. A proposito: ho visto la strana vicenda dell'hacker di Palazzo Chigi. Chiederemo all'autorità delegata ai servizi segreti se intende chiarire che cosa sta succedendo nei profili social del presidente del Consiglio. Se davvero c'è stato un hacker è gravissimo. Se invece qualche funzionario pubblico - pagato dal contribuente - ha mentito, immagino che saranno presi provvedimenti. Non è che una storia così può finire a tarallucci e vino: l'autorità delegata risponderà, ne sono certo».

C'è qualche passo, uscita, dichiarazione di questi giorni che si rimprovera? Un eccesso di sicurezza?
«Ero sicuro che si provasse a risolvere con la politica, non con gli hashtag. Ma vedremo se c'è ancora tempo. Col senno di poi abbiamo fatto molti errori. Col senno di poi non avremmo dovuto fidarci di chi ci ha chiesto di non sfiduciare Bonafede, questo l'errore più grande».

Ha visto che c'è un pezzo di M5S che ha chiesto garanzie precise contro Mes e prestiti del Recovery per riconfermare la fiducia a Conte?
«Chi dice no al Mes ferisce la sanità italiana e chi vi lavora. Chi dice no al Recovery uccide l'economia italiana e crea un esercito di disoccupati. Dei cinque stelle non dico nulla».

Vede possibile, a questo punto, la ripresa di una interlocuzione con Conte? E su quali basi?
«Deve chiederlo al premier. Lui ha detto: con Renzi mai più. Legittimo. So che sta cercando voti in Senato: spero che stia cercando vaccini almeno quanto cerca responsabili. Ieri la Pfizer ha ridotto del 29% le forniture di vaccini. Questa sì che è una tragedia. Se non vuole parlare con me non è un problema. Se non troviamo i vaccini, invece, è un disastro. A me interessa che si occupi dell'Italia, non di Italia Viva».

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.