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Renzi: «Confindustria molli il governo. Il voto ai sovranisti è un autogol»

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Intervista a Matteo Renzi per «La Stampa» del 01-03-2025

di Luca Monticelli

Il leader di Iv: «Meloni ha isolato l'Italia, l'Ue stia unita per fermare Trump».

Il Senatore Matteo Renzi dice di «condividere le parole della vice presidente Aleotti, come quelle del presidente Orsini».

Intervistata da questo giornale, Lucia Aleotti, la numero due di Confindustria, teme che i dazi di Trump siano un colpo mortale per l'industria.

«Per un Paese molto forte sull'export, i dazi sono una sciagura».

Sottolinea il leader di Italia viva che però mette in guardia gli imprenditori:

«Confindustria per prima deve riflettere: devono smettere di appoggiare questo governo sovranista. I sovranisti per definizione sono i primi avversari della libertà d'impresa. Confindustria in questi mesi ha sempre appoggiato il governo, ma dai ritardi di Urso sul 5.0 fino all'incapacità di Salvini sui trasporti, l'esecutivo Meloni è bocciato su tutta la linea. All'Italia serve la globalizzazione e non il sovranismo».

Come deve rispondere l'Unione europea?

«Sono d'accordo con la mia amica Lucia nella critica al Green Deal. Ursula von der Leyen non è una leader, ma una burocrate che ha danneggiato la manifattura tedesca e quella italiana. Però anche qui c'è una contraddizione nei nostri imprenditori: se voti Forza Italia poi è ovvio che appoggi Ursula che è la candidata del Partito popolare europeo. I nostri imprenditori sono bravissimi quando si parla di business; quando ci si sposta sul piano politico invece fanno autogol votando per i sovranisti o per Ursula. Dare il voto a Meloni o a Forza Italia oggi significa andare contro l'interesse nazionale».

La Lega spera nelle trattative bilaterali sui dazi, mentre Fdi conta sulla relazione speciale tra Trump e Meloni.

«Quando è arrivata l'agenzia di Trump che comunicava ufficialmente la decisione dei dazi al 25% ho preso la parola in Senato, eravamo tutti in aula. E ho chiesto alla destra se si rende conto di quello che sta accadendo. Niente, nei banchi della maggioranza sghignazzavano. Forse non è chiaro: con i dazi rischiamo miliardi di danni e migliaia di licenziamenti. Le trattative bilaterali non funzionano, la relazione speciale tra Trump e Meloni esiste solo nella testa di La Russa. Alla Casa Bianca ci sono andati Macron e Starmer, come pure ci erano andati giapponesi e indiani e leader di tutto il mondo. Meloni la chiamano per vedere i film a Mara Lago o per baciare la pantofola all'Inaugurazione: non tocca palla sui dossier veri. Trump è un uomo che guarda i numeri e i rapporti di forza. L'unica chance che ha l'Europa per bloccarlo è marciare unita. Se andiamo divisi, Trump ci infilza uno a uno. Lo diciamo da mesi. Dopo quello che è successo ieri alla Casa Bianca, è più urgente che mai la costruzione di una Unione Europea vera, seria, Politica».

L'Ue appare disorientata da Trump, le divisioni tra gli Stati non aiutano a tenere testa al cinismo del presidente americano. Lei, ormai deluso da Macron, confida in Merz?

«Né deluso, né illuso da Macron. Quando sbaglia, lo dico. Quando fa bene, come nel vertice alla Casa Bianca, sono contento. Perché́ chi ha la forza di correggere Trump è un leader. Chi dice sempre di sì è una cheerleader. E c'è una bella differenza. Merz può̀ fare molto bene. Peccato parli di un asse Parigi Berlino Varsavia: un tempo era Parigi Berlino Roma. Ma la scelta di Giorgia di isolare l'Italia è un errore storico che pagheranno i nostri figli. Vuol fare la sovranista alle vongole e finisce ai margini».

Come valuta il decreto sulle bollette?

«Leggeremo il testo e daremo un giudizio. Dopo tre mesi di nostre proteste, sono arrivati tre miliardi, speriamo che bastino. Ma il tema dell'inflazione è devastante. Rispetto a cinque anni fa sono impazziti mutui e bollette. L'unica cosa che è rimasta uguale è il salario del ceto medio. Eppure Giorgia non vede il problema. Quando era all'opposizione fiutava in tempo reale il clima nei mercati rionali, ora si occupa solo dei mercati finanziari».