L'intervento di Matteo Renzi, in apertura dei lavori dell'Assemblea Nazionale #006 di Italia Viva, svoltasi a Roma, il 26 febbraio 2022.
È un intervento a tutto tondo, quello di Matteo Renzi, in apertura della nostra Assemblea #006, la prima in presenza, dopo le restrizioni dovute al Covid 19.
Renzi non può che partire dalla crisi in Ucraina, con il suo discorso ai delegati Iv arrivati a Roma, da tutta Italia, per questo appuntamento di comune incontro e riflessione che, finalmente, ci vede riuniti fianco a fianco.
"Avremmo pensato un'entrata scoppiettante, una colonna sonora dove si balla, di esordire con un grande entusiasmo per l'idea di tornare ad abbracciarsi. Ciò che sta accadendo a poche centinaia di chilometri da qua è una ferita a tutte e tutti noi, quindi l'idea di esordire in modo scoppiettante, entusiasta e felice messa da parte. Proprio mentre ci sono le bombe è dovere di tutte le comunità politiche di trovarsi e fare politica. La guerra è la negazione della politica, le comunità civili internazionali riflettano su ciò che sta cambiando", ha detto Renzi.
"Sarebbe semplice e assolutorio - ha spiegato - dire che siamo difronte a un impazzimento di Putin. Il presidente della Russia ha una strategia molto pericolosa, ma chiara". "Per me la guerra in Ucraina parte da Kabul. Con l'immagine della fuga americana, quando Putin vede la debolezza dell'Occidente decide ci intervenire. Era accaduto in Siria, quando Obama rinunciò all'intervento, Putin prese la Crimea", ha aggiunto.
Il passaggio successivo è dedicato alle dichiarazioni Anpi sul conflitto ucraino: "Vergognose - ha sottolineato Renzi - perché i partigiani della Seconda Guerra Mondiale avrebbero saputo da che parte stare tra invasori e invasi. Attaccare il filoimperialismo americano significa essere indietro con l'orologio della storia".
D'altro lato, sottolinea Renzi, "devo dire che la posizione chiara di Enrico Letta sull'atlantismo spazza via ogni dubbio sul Partito democratico".
Tuttavia, "in questa crisi devastante", ha proseguito Renzi, "manca una voce unitaria dell'Unione europea e della Nato". Per questo, ha ribadito la proposta di affidare ad Angela Merkel l'incarico di fare da inviato speciale per l'Unione Europea e la Nato.
Venendo alle considerazioni sulle sanzioni da imporre alla Russia, Renzi ha proposto che si stanzi un fondo di sostegno alle imprese: "l'Ue non può girarsi da altra parte". E, dunque, come accaduto con la Brexit, "per le sanzioni alla Russia va stanziato subito, in Europa, e deve essere di 10.8 miliardi, per le nostre aziende, che stanno pagando il prezzo della guerra".
Renzi ha poi posto la questione dei profughi. "Sui profughi siamo pronti a dare una mano ai nostri fratelli polacchi e ungheresi, ma ricordiamo ai paesi del Visegrad che la solidarietà va data anche quando le persone arrivano dall'Africa. Ai Paesi del Visegrad dico: è tempo di superare Dublino, ora ve ne accorgete anche voi". "E ai Fratelli d'Italia, nipoti d'Ungheria, dico che la solidarietà non si fa a intermittenza, a seconda di chi pone il problema", ha aggiunto. "Annuncio già da ora che Iv voterà a favore di tutte le misure che ieri ha annunciato il premier Draghi alle Camere, restiamo in attesa che il Cdm indichi un decreto legge, un disegno o una proposta di legge".
Insomma, ha sottolineato Renzi, chiudendo la doverosa riflessione sulla crisi ucraina, "Proprio perché ci sono le bombe e la guerra, c'è bisogno e il dovere delle comunità democratiche di fare politica. Perché la politica è un valore e noi la salviamo dalla superficialità dei populisti. Sta cambiando tutto per chi sta dormendo nei rifugi, per i feriti e le famiglie delle vittime".
Il passaggio successivo è dedicato all'elezione del Presidente della Repubblica. Renzi ha ricordato di aver proposto il nome di Sergio Mattarella proprio nello stesso luogo in cui si svolge l'Assemblea #006, un nome ed una proposta della quale, oggi, si appropriano persino Matteo Salvini e Luigi Di Maio, dei quali Renzi ha ricordato il malcontento verso la prima elezione di Mattarella e l'incredibile proposta di impeachment. Renzi ha, inoltre, ricordato la decisione di opporsi all'elezione di Elisabetta Belloni, amica ed eccellente professionista: "confesso che ero sicuro sarebbe stata eletta. Perché c'era un accordo chiuso, siglato con un metodo che non era politica ma qualcosa di vicino al talent show: alcuni esponenti, soprattutto della ex maggioranza gialloverde, si sono esercitati in un giro per Roma, dal carattere turistico, per cercare in tutte le case un candidato al Colle. Con uno scampanellio diverso da due anni fa, quando qualcuno andava a cercare gente che si droga chiedendolo ai citofoni". "Si sono accorti solo all'ultimo momento, perché glielo abbiamo fatto notare noi - ha aggiunto - che nei Paesi civili un capo dei servizi segreti non passa da una poltrona all'altra, era capitato solo in Russia ed Egitto".
Renzi passa poi all'analisi delle ultime vicende relative al Comune di Roma. "Ringrazio i nostri che hanno detto no a Raggi a capo della commissione su Expo. Virginia Raggi alla guida di una struttura che porta i grandi eventi a Roma: avevo detto che era come mettere Dracula all'Avis, ma chiedo scusa all'Avis e anche un po' a Dracula. Noi non ci stiamo a mettere una persona che ha detto no alle Olimpiadi a Roma, facendo perdere alla Capitale una grande doppietta per rilanciarla, Giochi nel 2024 e Giubileo nel 2025". "E se questo ha creato una frattura con Calenda dico che non parlerò mai male di Carlo. Anche perché ci pensa lui a farlo di me. Dico solo che non mi pentirò mai di aver dato delle opportunità a Carlo Calenda, nel mio governo e anche dopo di averlo sostenuto al Parlamento europeo, alla battaglia di Roma e all'ingresso in Renew Europe, lo rifarei perché non può esistere risentimento di natura personale", ma Calenda "vive la sindrome del beneficiario rancoroso come diceva Andreotti".
Parole che aprono la riflessione sul possibile campo largo: "Lo spazio al centro, uno spazio riformista che porta in tutta Europa a vincere, c'è: io non so se si attende il principe azzurro o Biancaneve, quello che è certo è che non saranno i 7 nani a riempire questo spazio, non saranno autoproclamati leader a costruire il centro, c'è già. La vera domanda non è come costruirlo ma se vi mettete al servizio di un soggetto politico e se il Pd vorrà stare qui o no". "Noi abbiamo lasciato il Pd, toccherà a lui decidere, vedo segnali interessanti. Non so cosa farà il Pd ma so che questo spazio sarà decisivo, segnerà il governo dal '23 al '28 in Italia", aggiunge.
Giustizia, solo un accenno: "Non parlo di Open - spiega Renzi - ma continuerò a ribattere colpo su colpo, certi come siamo della battaglia civile che stiamo conducendo".
L'aumento dei costi dell'energia è al centro del passaggio successivo. "L'aumento è un'altra conseguenza, meno importante della vita umana", della guerra in Ucraina. "Ma siccome - ha aggiunto - Draghi ha parlato molto di questo, gli diciamo abbiamo apprezzato molto le tue parole sull'energia, annunciamo il voto a favore di Italia viva su tutte le misure che il presidente del Consiglio ha indicato, aspettiamo i decreti". "Se ai ricchi aumenta la bolletta pagano, se una famiglia di operai non sa come andare avanti. E' questione di attenzione agli ultimi la questione dell'energia", ha sostenuto.
In tema riforme, Renzi ha sottolineato che: "Credo che nella prossima legislatura si parlerà seriamente di come cambiare definitivamente il nostro sistema. Ritengo che non sia più rinviabile l'elezione diretta del presidente della Repubblica. E penso non sia più rinviabile un passaggio a una sistema presidenziale all'americana. Il Quirinale deve diventare il vero luogo del potere". "Il bicameralismo è stato cancellato, nell'ultima legislatura non c'è un provvedimento che abbia avuto una lettura doppia: lo segnaliamo sommessamente al presidente della Repubblica". "Non si può accettare che ci sia una sola Camera che decide. Chiedo ai gruppi parlamentari di organizzare nei prossimi mesi un appuntamento e indico come riferimento Sabino Cassese. A lui chiederemo di aiutarci in questa riflessione", ha aggiunto.
A seguire, una proposta: "In Parlamento dovremmo proporre una modifica sui referendum, che la Corte Costituzionale dia il parere prima che le firme siano raccolte. Perché se lo danno dopo la gente poi si arrabbia. Credo che non sia lesa maestà chiedere le firme soltanto se è possibile, eviterebbe di allargare la frattura tra politici e cittadini", ha detto Renzi, sottolineando che l'esclusione di alcuni quesiti indebolisce la campagna referendaria su quelli rimasti sulla giustizia.
In conclusione, Renzi abbozza l'agenda per i prossimi mesi: temi legati all'energia per il mese di marzo, con due appuntamenti, a Brescia, col ministro Cingolani, e a Londra; giustizia, nel mese di aprile, quando uscirà il nuovo libro proprio di Matteo Renzi; a maggio, l'impegno per le amministrative sui territori; a giugno, prevista l'assemblea degli amministratori, in una città simbolica; tra fine agosto e inizio settembre, la nuova edizione della Scuola di Formazione per i giovani, a Ventotene, una grande manifestazione in cui Renew Europe troverà casa. Dopodiché, a settembre, si riparte in giro per l'Italia con il camper, con Verona come prima tappa. Infine, a novembre, il tradizionale appuntamento con la Leopolda.
Le ultime parole di Renzi sono state dedicate alla recente scomparsa dell'amico Fabio Picchio, chef e scrittore fiorentino, figura chiave della sinistra in città: un ricordo caro, che Renzi propone ai presenti per sottolineare l'importanza, in politica, dei rapporti umani, degli abbracci, della condivisione dei valori.
Chi lo desidera può rivedere l'intervento qui di seguito o a questo link.