Intervista di Roberta Labruna, “il Giornale di Vicenza”, 20 agosto 2022.
Matteo Renzi era stato a Vicenza a inizio giugno. Bagno di folla per la presentazione del suo libro. Quel giorno alla giornalista che gli chiedeva se Giuseppe Conte o Matteo Salvini avrebbero mandato gambe all'aria il governo rispondeva che no, i due non lo avrebbero fatto. È stata una delle poche volte in cui Renzi non c'ha preso. Perché l'uomo può piacere o non piacere ma gli va dato atto che quando si tratta di leggere la politica è uno di quelli che vede lungo e prima di molti altri. In questo caso no. Tempo neanche due mesi e Renzi è di nuovo in città, stavolta per incontrare i "suoi" candidati e sempre accompagnato dalla senatrice Daniela Sbrollini che è ricandidata, ma quel governo presieduto da super Mario, nato dopo che Renzi ha mandato a riposo l'avvocato di Volturara Appula, è finito proprio gambe all'aria. A mandarcelo non Salvini o Conte ma entrambi, con l'aggiunta di Silvio Berlusconi. E adesso Renzi, già rottamatore, già segretario del Pd, già presidente del Consiglio, è in campo per provare con il suo partito, Italia Viva, insieme ad Azione, a dare consistenza ad un terzo polo che parte "leggero" ma che secondo lui invece sarà l'ago della bilancia. Obiettivo o sogno che dir si voglia: riportare «il migliore», Mario Draghi, a palazzo Chigi.
In questo momento, a pochi chilometri da dove si trova lei c'è anche Enrico Letta, che è candidato a Vicenza. Perché non è andata in porto l'alleanza? Attriti personali?
Non è una questione personale, è una questione politica. Vede, Letta non è credibile, è il trionfo dell'ipocrisia: dice di voler rappresentare il mondo dell'impresa e ha fatto l'alleanza con chi vuole abolire la proprietà privata, dice di voler abbracciare l'agenda Draghi e si è alleato con chi ha votato 55 volte la sfiducia a Draghi, schierando tutto il peggior armamentario della sinistra comunista. Si è parlato tanto, giustamente, di influenze russe ma con questo Pd dovremmo preoccuparci di influenze sovietiche sull'economia.
A proposito di economia: i partiti in questi giorni hanno lanciato appelli al governo chiedendo un intervento per far fronte ai costi dell'energia, ma un governo sfiduciato fino a che punto ha la possibilità di muoversi?
Questo è un grande tema perché dimostra quanto siano ipocriti e falsi quei partiti e quei leader, mi riferisco a Salvini, Berlusconi, Meloni, agli amici di Letta e ovviamente ai grillini, che prima mandano a casa Draghi sfiduciandolo e poi chiedono "caro Mario salvaci tu". Non si fa così, non è serio verso i cittadini e le imprese che chiedono risposte. Draghi può fare qualcosa? Non può fare tutto quello che avrebbe potuto fare con un governo nel pieno delle sue funzioni, ma qualcosa può fare e noi abbiamo chiesto di mettere sul tavolo 10 miliardi di euro. Contemporaneamente bisogna dire sì agli impianti, sì a rigassificatori, sì al nucleare pulito: noi siamo gli unici che su questo sono sempre stati coerenti.
Torniamo sul tema alleanze. Lei e Calenda non ve le siete risparmiate. Che credibilità ha un'alleanza tra voi?
Carlo è stato ministro del mio governo, abbiamo lavorato benissimo insieme. Con lui abbiamo varato industria 4.0, che è stata un volano per tante aziende, anche qua in Veneto. Abbiamo discusso certo, ma abbiamo la stessa idea di Paese. Siamo dalla parte della crescita, degli investimenti, del lavoro, delle infrastrutture, per una giustizia garantista che premi i bravi magistrati e non chi è iscritto alle correnti. Siamo la vera alternativa per chi da destra ha visto il tradimento delle idee liberali e moderate da parte di Forza Italia e per chi da sinistra non accetta di vedere un Pd schiacciato su Fratoianni e Bonelli. Chi vota Pd oggi vota Di Maio. Chi in Veneto vota Zaia, si ricordi che vota la Lega di Salvini che in parlamento ha detto sì al reddito di cittadinanza.
Però questo vostro terzo polo, almeno secondo i sondaggi, non parte con il botto. Perché un elettore moderato dovrebbe votare per voi anziché per Fi?
I nostri sondaggi sono più che buoni ma la politica non si fa con i sondaggi: con il 2 per cento abbiamo mandato a casa Conte e portato Draghi a palazzo Chigi. Dopodiché la forza di un vero leader è cambiare i sondaggi. Se gli italiani ci daranno fiducia, riproveremo a farlo, a riportare Draghi a palazzo Chigi. Io mi chiedo piuttosto perché un elettore moderato dovrebbe votare per Forza Italia, che ha fatto cadere Draghi consegnando l'eredità centrista a Salvini e Meloni.
Letta dice che un voto a voi è un voto al centrodestra.
Letta è il più grande alleato di Giorgia Meloni. Ha iniziato la campagna elettorale proponendo di alzare le tasse. Non poteva farle regalo migliore. L'unico ostacolo a Meloni premier siamo noi del terzo polo.
Voi parlate di agenda Draghi. Ma un'agenda Draghi senza Draghi non perde di incisività?
Noi lavoreremo per riportare il premier a palazzo Chigi. Se non ci riusciremo, saremo lealmente all'opposizione.
Con Giorgia Meloni premier vede dei rischi? Letta lo vedrebbe meglio?
Io non credo che Meloni sia un rischio per la democrazia. Credo sia un rischio per i conti pubblici, per le nostre aziende, per la credibilità dell'Italia in Europa e nel mondo. Se vince la Meloni il pericolo non è il fascismo, ma è a rischio il portafoglio degli italiani. Siamo un Paese che vive di export: le aziende venete con il sovranismo, con i muri, non crescono. Letta meglio di Meloni? Il mio nome è Mario Draghi.