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Renzi: “Ai grillini dico: non date la Toscana a chi non crede all'antifascismo”

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Intervista di Mario Neri, "il Tirreno", 17 settembre 2020.           

Senatore Matteo Renzi, per la prima volta dopo 50 anni la sinistra rischia in Toscana. Perché?
«Perché non c'è più il voto strutturato come una volta. Altrimenti non sarebbe mai accaduto di perdere Pisa o Siena o Pistoia o anche Livorno nel 2014. I fortini rossi non esistono più. Ma io sono ottimista e penso che vinceremo in Toscana perché Giani è più forte, competente e credibile della Ceccardi. Dipende solo da questi ultimi giorni: è un derby, o vince la Toscana con Giani o vince la Padania con la Ceccardi. Ogni voto è importante».

È stato il primo sostenitore di Giani. Ripensamenti?
«Nessuno. Anzi: prima pensavo che Eugenio sarebbe stato un buon governatore. Ora penso che sarà un ottimo governatore. L'ho visto studiare tutti i dossier, ha progetti per ciascun comune, ha girato tutta la Toscana. Certo, la Ceccardi è più brava con le dirette Facebook, ma abbiano bisogno di un Presidente, non di una influencer. L'esperienza di Eugenio, la competenza, non è un limite, è un valore».

Il centrosinistra aveva l'occasione storica di candidare una donna. Perché non avete puntato su Simona Bonafè?
«Anche Simona (segretario Pd in Toscana, ndr) avrebbe fatto benissimo come pure Stefania Saccardi che ha gestito da assessora alla Salute il coronavirus in modo straordinario. O come Brenda Bernini, sindaca di Empoli, altro nome che era girato. Ma la scelta della direzione del Pd è caduta su Eugenio e io sono felice di potergli dare una mano: è serio, generoso, umano. Siamo tutti con lui».

Il punto più importante del programma di Giani che Ceccardi non può realizzare?
«Tutto ciò che ha relazione con l'Europa. La Ceccardi siede a Strasburgo con i sovranisti, con la Le Pen. Lei è nel gruppo di chi vorrebbe distruggere l'Europa. Come potrebbe realizzare i progetti del Recovery Fund, lei che non ha votato a favore, o del Mes o i 24 miliardi del Programma Sure contro la disoccupazione? Con una presidente leghista avremo meno soldi dall'Europa. Votare Salvini significa isolare la Toscana».

Ha fatto firmare a Giani un contratto con la promessa di usare il Mes, parla di una "tassa Ceccardi" sul Mes. Sicuro che funzioni?
«Diciamola in modo semplice: il Mes in Toscana significa 2 miliardi di euro per la sanità. La Ceccardi dice che il Mes non va chiesto. Significa che ci saranno 2 miliardi in meno per un milione di famiglie».

Il Covid ha fatto emergere nuove povertà. Firenze è una delle città più colpite. Teme che il vostro fortino elettorale, anche il suo, possa voltarvi le spalle?
«Sono certo di no. Il coronavirus non è colpa certo di Giani. E anzi il modello toscano ha funzionato meglio di quello lombardo sponsorizzato dalla Ceccardi e dalla Lega. Noi vogliamo rafforzare la sanità pubblica, non costringere i toscani a farsi un'assicurazione privata. Se avessero governato loro non avremmo mai preso i 209 miliardi dell'Europa. Girando per Firenze trovo molta lucidità su questo punto. E anche chi non vuole votare Italia Viva mi dice grazie per aver mandato a casa Salvini lo scorso anno».

Quanto dovrebbe ottenere IV in Toscana perché possa ritenersi soddisfatto?
«Se Giani vince saremo soddisfatti. Se Giani perde saremo insoddisfatti. È semplice. Io credo che saremo decisivi per la vittoria e invito tutti quelli che non sopportano la Lega ma non vogliono morire grillini a dare il voto a Italia Viva».

Bonaccini le ha riaperto le porte, rientrerebbe nel Pd?
«Più che riaprirle a me dovrebbero chiuderle ai grillini. Siamo usciti dal Pd perché una parte del Pd strizza l'occhio ai 5 stelle anche sui territori, a cominciare dal folle accordo giustizialista in Liguria. Va bene fare un governo per fermare Salvini e Meloni, ma Iv non può diventare partner dei populisti».

Ceccardi ha fatto la campagna parlando di periferie e fasce deboli, dicendo che sono state abbandonate dalla sinistra.
«Le periferie sono un tema fondamentale. Non a caso da sindaco prima e da premier poi ho sempre dato grande attenzione a questo tema. I fondi del progetto Periferie, l'aumento dei denari per le case popolari, l'investimento sulle tramvie... Certo, gli sforzi non bastano mai. Ma la Lega che cosa ha fatto per le periferie? Salvini ha tagliato i soldi dell'edilizia scolastica, ridotto i denari sul sociale, rinviato i miei investimenti. Dicono di occuparsi di periferie perché ci fanno tre dirette Facebook. Ma la politica è risolvere i problemi non governare i social. Anche noi abbiamo chiuso i campi rom a Firenze ma lo abbiamo fatto per mandare a scuola i bambini, senza diventare paladini dell'intolleranza razziale».

Notoriamente non va d'accordo con M5S e con la sinistra estrema. Ma il voto disgiunto potrebbe essere decisivo per Gialli. Si sente di lanciare un appello agli elettori grillini e a quelli della sinistra di Fattori?
«Sono l'ultimo a poter parlare a quel mondo. C'è gente a sinistra che pensa che io e Salvini siamo la stessa cosa. Io vorrei dire a costoro: ma davvero siete pronti a vedere Salvini festeggiare lunedì sera da piazza del Duomo? Davvero volete consegnare la Regione a chi come primo atto dice che l'antifascismo è superato e paragona gli immigrati ai cani? Per Salvini questa è la partita della vita, la rivincita del Papeete. Pensare che possa farcela grazie alla sinistra radicale è incredibile».

La Toscana è un test nazionale? Se in Toscana il centrosinistra cade, cade il governo?
«No, il governo non cade. Ma cadono la sanità pubblica toscana, il grande mondo dell'associazionismo e del volontariato, la competitività delle imprese. L'ho detto ai conciatori a San Miniato: se la Toscana perde il contatto con l'Europa sono guai per voi, soprattutto per chi esporta. Lo ribadisco ai moderati e agli indecisi: votare la Lega non va solo contro i nostri ideali. Va soprattutto contro i vostri interessi».