Le dichiarazioni degli esponenti di Italia Viva alla notizia della mancata approvazione della doppia preferenza di genere in Puglia.
"Quanto temevamo è puntualmente accaduto. Stanotte il Consiglio regionale e il Presidente Emiliano hanno umiliato tutte le donne pugliesi impedendo la loro presenza nei luoghi della politica istituzionale e delle decisioni. Adesso mi aspetto che nessuno tra quanti hanno boicottato prima, affossato poi come stanotte la doppia preferenza di genere nella legge elettorale pugliese, venga ricandidato nelle liste che fanno riferimento al Presidente Emiliano o al Pd".
Così in un post Facebook la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova. "Mi aspetto - continua - che chi ha lavorato, palesemente e sottotraccia, per dare manforte al centro destra e ai suoi duemila emendamenti, venga considerato incandidabile così da evitare la vergogna di chi ritiene che le donne siano solo utile massa di manovra ma fastidiose e inopportune se invece siedono nel consiglio regionale o nelle stanze dove si decide il destino dei territori e dei cittadini pugliesi, uomini e donne".
"Perché il provvedimento sull'equilibrio di genere nel consiglio regionale fosse portato in Aula, praticamente fuori tempo massimo e nell'ultima seduta utile, sono state necessarie mobilitazioni delle donne, prese di posizione durissime, la diffida del Governo con l'eventualità dei poteri sostitutivi. Non è bastato. Ancora una volta, sono e siamo costrette a prendere atto di una vergognosa sconfitta della maggioranza, nonostante le tante dichiarazioni roboanti e retoriche della vigilia. Perché è evidente che questo nulla di fatto, e il mancato adeguamento della legge regionale a quella nazionale e al dettato costituzionale, se è responsabilità dell'intero emiciclo lo è soprattutto di chi ha governato per ben lunghi cinque anni la Puglia. Quella stessa maggioranza che invece non ha avuto difficoltà alcuna nel tessere accordi di sottogoverno utili alla distribuzione degli incarichi e che non si e' sottratta, nemmeno stanotte, all'utilizzo disinvolto e strumentale del numero legale. Gli uni e gli altri saldamente complici nel tenere le donne fuori dalle liste e dal governo", ha sottolineato Bellanova.
"Una vergogna - conclude la ministra Bellanova - di cui dovranno dare conto. Guardando in faccia le donne, quando andranno a chiedere il voto. E una ragione di più per dire che è tempo, finalmente, di voltare radicalmente pagina".
"L’equilibrio di genere nell'accesso alle cariche rappresentative è un principio tutelato e garantito dalla Costituzione, che oggi ha ricevuto uno schiaffo dal consiglio regionale pugliese".
"La decisione di non adeguare la legislazione elettorale della Puglia alle previsioni di principio che lo Stato ha introdotto come obbligatorie già dal 2016 è molto grave. Al di là della diffida ricevuta dal governo, il consiglio regionale si assumerà di fronte all'elettorato pugliese la responsabilità di questa decisione".
"Da parte mia c’è l’impegno di assicurare in modo definitivo che il principio dell’equilibrio di genere venga garantito effettivamente in tutto il Paese, e non solo sulla carta. Non è un tema di donne o per le donne, ma di presidio della nostra democrazia. Che è un bene di tutti ed è nostro dovere tutelare".
Così la Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Elena Bonetti, in un post Facebook odierno, a commento della notizia della mancata approvazione, da parte del Consiglio Regionale pugliese, della doppia preferenza di genere.
"Come purtroppo sospettavo, anche stavolta la politica pugliese protegge sé stessa e sacrifica le donne. È così da anni, un sistema chiuso e autoreferenziale perpetua se stesso: la mia candidatura nasce anche per ribaltare questa visione conservatrice e maschilista del potere". Lo dichiara Ivan Scalfarotto, sottosegretario e candidato presidente della Regione Puglia per Italia Viva, dopo che il Consiglio regionale della Puglia, nel suo ultimo giorno di legislatura, non è riuscito a modificare la legge elettorale introducendo la parità di genere uomo-donna.
"Parliamoci chiaro - afferma Scalfarotto -, questo è l'ennesimo fallimento politico di Emiliano. Aveva promesso di farcela e non ce l'ha fatta perché non ha voluto farcela. Un presidente che ha gestito con pugno di ferro la sua maggioranza, ha permesso che questa legge non passasse perché il gruppo di consiglieri che lo appoggia in consiglio è la base del suo sistema di potere".
Secondo Scalfarotto, "pensare che questa norma fosse approvata nell'ultima seduta del Consiglio regionale, dopo 5 anni di promesse e rinvii, era un'offesa all'intelligenza dei pugliesi. L'episodio di stanotte è la dimostrazione della fine di un'esperienza politica: da oggi è chiara a tutti l'insostenibilità di questa situazione e inizia una nuova partita".
"La Puglia - conclude Scalfarotto - ha bisogno di serietà e competenza, non del populismo di Emiliano. Per questo voglio chiamare a raccolta la Puglia seria, quella per bene, quella che lavora per contribuire alla costruzione della Puglia del lavoro, dell'ambiente e diritti. Il populismo di Michele Emiliano e il sovranismo di Raffaele Fitto si possono battere, si devono battere".