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Regionali Marche, Renato Galeazzi: "A disposizione grandi competenze e preparazione"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
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L'intervista pubblicata dal "Corriere Adriatico", 15 luglio 2020.

Renato Galeazzi, 74 anni, medico gastroenterologo per otto anni sindaco di Ancona e deputato per due legislature: ha deciso di scendere in campo per le Regionali con Italia Viva.

In questo quadro politico caotico, qualcuno le ha detto: chi te lo fa fare?
«La mia famiglia, per esempio. Moglie, figli e quattro nipoti: tutti sono rimasti perplessi. ma proprio perché in questo momento la situazione nelle Marche è difficile e delicata ho deciso di scendere in campo per dare il mio personale contributo, di esperienza e di conoscenza».

In effetti sarebbe potuto tranquillamente restare a guardare.
«Chi mi conosce sa che non ne sono capace. Non mi sento il salvatore della Patria, però dopo tanti anni da sindaco e due legislature in Parlamento, so come muovermi per fare uscire le Marche da un immobilismo che l'hanno fatta arretrare a prima regione del sud. Ci meritiamo qualcosa in più di questo: negli anni della pre crisi eravamo una terra florida, dove c'era benessere e lavoro ed inventiva. Adesso il quadro è stato totalmente stravolto».

Un mea culpa per il centrosinistra, che ha sempre governato nelle Marche.
«Sono stati fatti degli errori, dai quali dobbiamo imparare per guardare avanti».

Intanto il centrodestra avanza. Lo dicono pure i sondaggi.
«Il centrodestra è forte perché è stato debole il centrosinistra. Adesso stiamo rinforzando la squadra e ce la battiamo. I sondaggi, poi, lasciano il tempo che trovano. Noi abbiamo le competenze e l'esperienza per far riemergerele Marche».

Ne è sicuro?
«Il centrodestra non ha tradizione di governo nè grandi competenze per ribaltare lo stato attuale in cui versa la regione».

Da cosa partirà nella sua campagna elettorale?
«Bisogna riorganizzare la sanità, la salute viene prima di tutto. Ricostruire la rete ospedaliera e coinvolgere anche i medici di famiglia in un processo di modernizzazione ma anche di tutela dei marchigiani. E poi è fondamentale rimettere in moto l'economia e rilanciare le infrastrutture. Come presidente dell'Anci ho vissuto il terremoto del 1997: abbiamo fatto grandi cose. Dopo il sisma del 2016 invece è rimasto tutto fermo. La Regione ha il dovere di muovere le leve e trovare la strada giusta per risollevare un territorio duramente provato».