Intervista di Laura Ivani, "il Secolo XIX", 29 luglio 2020.
«Un polo tecnologico al posto della centrale Enel della Spezia, che attiri start up e finanziamenti. Ma la dismissione è imprescindibile. La Spezia ha già dato». Aristide Massardo, candidato presidente della Regione Liguria per la coalizione che fa capo a Italia Viva, Più Europa, Partito Socialista Italiano, Alleanza Civica, Partito del Valore Umano, parla delle proposte contenute nel suo programma per il territorio spezzino.
Ingegnere, docente universitario, sta svolgendo esami quando ci risponde. L'ex preside di ingegneria vanta nel curriculum insegnamento e ricerca proprio nel campo dei sistemi energetici. «Se dal punto di vista tecnico il passaggio da carbone a turbogas è coerente, dal punto di vista ambientale l'impatto c'è. Darebbe anche scarse possibilità occupazionali».
Interessante invece «proporre un sistema innovativo per l'utilizzo di quegli spazi. Industria 4.0, perla gestione dell'elettrificazione e della mobilità sostenibile. Un'operazione che tenga conto del passato industriale della città, con una esperienza tecnologica significativa. L'obiettivo è far nascere start up e aziende, in sinergia con il territorio in un polo tecnologico avanzato. In questa regione non possiamo pensare di continuare a vivere con la pensione dei nonni».
Bocche cucite sui nomi della lista, «stiamo lavorando. C'è grande partecipazione della società civile. Questa regione ha bisogno di una visione avanzata. Siamo una regione del nord con performance da sud».
Il risultato di 5 anni di amministrazione Toti è «qualche passerella rossa. Da cittadino ho avvertito assenza di programmazione. Si è tentato di privatizzare la sanità, sulla serie B del modello lombardo. Ma la pandemia ha dimostrato i risultati. Con il depotenziamento della medicina territoriale e poi i pronto soccorso sono ingolfati».
Per il nuovo ospedale del Felettino, di cui quattro anni fa il docente rifiutò di essere direttore lavori «perché avevo fiutato un ambiente non "tranquillo"», dice che »il nuovo presidente dovrà trovare i fondi: l'area spezzina ha bisogno dell'ospedale. Rimanga pubblico e faccia il paio con quello di Sarzana. Utile in una situazione pandemica e a ridurre le fughe dei pazienti».
Per Massardo la prima infrastruttura ligure deve essere la manutenzione. «Dobbiamo essere bravi nella prevenzione, non nell'emergenza. Basta inaugurazioni di bypass di frane con indosso la giacca gialla della protezione civile. Dopo cinque anni abbiamo scoperto di avere le autostrade bloccate per i tunnel malandati? Non si può sempre darla colpa agli altri. Dopo settembre, con l'arrivo dell'autunno, saremo come sempre in "emergenza"».
Per quel che riguarda il biodigestore, Massardo auspica una «collocazione meno infelice. Ogni impianto ha una percentuale di rischio, ma le tecnologie scelte sono tra le migliori. Se la Regione vuole realizzare un centro ad uso regionale, vista la capacità dell'impianto che è stato progettato, abbia il coraggio di dirlo chiaramente ai cittadini».
Bocciato il progetto Palmaria: «il modello Capri non mi piace, abbiamo l'occasione di creare un esempio di sostenibilità ambientale, con un ritorno economico nell'ambito del green new deal. Lavoriamo stilla salvaguardia dei parchi. Per le Cinque Terre vanno create sinergie per ridurre l'impatto del turismo. Creando occasioni di lavoro. Senza dimenticare l'entroterra, a contrasto all'abbandono. Occorrono buone pratiche e progetti dedicati. Dalle biomasse forestali al potenziamento dello smart working».
Massardo fu tra i fautori del polo della nautica alla Spezia, con «un corso in yacht design che attira giovani da tutta Europa. L'idea della nautica qui è di casa ma occorre fare di più. Progetti che attirino giovani a formarsi e lavorare qui».
E risponde su chi gli imputa lo strappo del centrosinistra. «Sono loro — i giallorossi, ndr— che hanno scelto di appiattirsi sull'estrema sinistra».