territori regionali

Regionali, Liguria, Massardo: "Siamo il terzo polo, dalla Liguria parte un progetto ampio"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Ieri la presentazione della lista dei candidati alla Regione Liguria. La notizia pubblicata da "il Secolo XIX" e "Genova - la Repubblica", 26 agosto 2020.

«Siamo alternativi agli altri schieramenti: abbiamo fatto una scommessa e, anche se sappiamo che è difficile, corriamo per vincere e per dimostrare che un polo alternativo riformista è possibile». Tra i difetti che possono essere imputati ad Aristide Massardo, di sicuro non c'è la mancanza di coraggio. Mentre il sole picchia tra le sedie del Banano Tsunami, al Porto antico, il professore candidato presidente per Italia Viva, PiùEuropa e Psi non si nasconde. Anzi, rivendica una diversità sostanziale dai due principali competitori alle regionali, Giovanni Toti e Ferruccio Sansa.

La presentazione dei candidati della lista unica è l'occasione per parlare del progetto del terzo polo, un esperimento che - al di là delle scarse possibilità di conquistare la Regione - s'immagina già proiettato sullo scenario nazionale.

«Stiamo parlando anche con Azione di Carlo Calenda, e siamo convinti che questo sia un progetto nazionale», argomenta Massardo. Che alla domanda sulla sua mancata candidatura nella lista - circostanza che lo porterà quasi sicuramente a non poter sedere in Consiglio - rimarca ancora la differenza con i rivali. «Io non ho bisogno di un posto, ho un lavoro bellissimo che mi soddisfa - risponde -. Se vinciamo o arriviamo secondi andrò in Consiglio, altrimenti continuerò a lavorare per un riformismo che oggi in Italia si è un po' perso».

Al microfono, per le presentazioni, si alternano i candidati della lista. Ci sono i consiglieri regionali uscenti renziani, Valter Ferrando, il più quotato per strappare la riconferma di un seggio in via Fieschi. E lo spezzino Juri Michelucci, che punge «la sinistra grillina ed estrema che non vuole fare quello che serve, e Toti che disegna una Liguria che non esiste».

La maggior parte dei candidati proviene dalla società civile. Con Massardo, si sono schierati professionisti di alto livello, medici, insegnanti e avvocati.

C'è l'avvocato Anna Pettene, che ha l'entusiasmo dell'esordiente in politica e rivendica la necessità di «ritrovare empatia, ascolto e sostenibilità in politica, attraverso un riformismo liberale e moderato».

C'è l'ex assessore comunale Arcangelo Merella, o la consigliera comunale Maria Josè Bruccoleri, o la consigliera comunale di Savona, Barbara Pasquali, che smonta la narrazione del voto utile «perché tutti i voti sono utili, noi siamo alternativi sia a Toti che a Sansa e al Pd grillinizzato».

Presenti anche il sindaco più giovane della Liguria, Valerio Ferrari, 27 anni, assieme ad amministratori di esperienza come Rosario Amico, che è stato assessore provinciale e sindaco di Serra Riccò.

Ma a picchiare più forte - più su Sansa che su Toti, in verità - è Massardo. «In cinque anni è mancata ogni programmazione in Regione, il dibattito sulle infrastrutture è surreale: si parla da trent'anni delle stesse opere, ma non si fanno, in una Regione isolata come la nostra». Poi una stoccata che pare rivolta al Movimento Cinque stelle, che pure (in parte) l'aveva sostenuto come alternativa a S ansa nelle difficili settimane della trattativa giallorossa. «Non siamo l'antipolitica, ma la società civile che insieme a tre partiti nazionali vuole rilanciare temi decisivi come etica, competenza e trasparenza - affonda -. Quando ho incontrato alcune persone della coalizione giallorossa mi sono sentito dire che volevano governare, ma senza dire cosa vorrebbero fare».

Che le ruggini con Pd e Cinque stelle, dopo la scelta a vantaggio di Sansa, siano ancora presenti è evidente. «Credo che la mia candidatura non abbia spaccato il centrosinistra, è il centrosinistra con la scelta di puntare su Sansa che ha deciso di perdere, non sono stato io a spaccare», replica Massardo a chi gli chiede se il voto al terzo polo non rafforzi Toti indebolendo il principale sfidante. Magari con uno strumento come il voto disgiunto, che per l'ex preside di Ingegneria «è una possibilità, ma a noi interessa il voto alla lista e penso che il voto disgiunto possa arrivare anche da destra, dalle persone insoddisfatte dalla gestione Toti».

E se il presidente uscente «ha un atteggiamento che non rispetta il ruolo, non si può mostrare con le lasagne al pesto o i gamberoni», il giallorosso Sansa sembra ancora più distante. «Abbiamo già avuto un giornalista come presidente di Regione e non è andato bene, ma ho l'impressione che l'altro forse sarebbe pure peggio», conclude Massardo.