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Regionali, Liguria, Massardo: "Non sono in vendita. Il Pd? Senza coraggio"

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Intervista di Annamaria Coluccia, "il Secolo XIX", 22 luglio 2020.

Mette le mani avanti: «Non ho rotto io la coalizione», definisce Giovanni Toti «il più burlandiano dei burlandiani, perché ha portato avanti quello che era stato avviato», ma Aristide Massardo, annunciando la sua corsa per la presidenza della Regione Liguria - sostenuta da Italia Viva, Psi, Più Europa, Alleanza civica e altri - si dice convinto che non sarà la sua candidatura, alternativa anche a quella di Ferruccio Sansa, a favorire il centrodestra.

Lei non si sente responsabile della spaccatura del fronte anti-Toti, però aveva anche detto che Toti si può battere solo con una grande coalizione. Qual è allora il senso di questa sua candidatura?
«La scelta di non fare una grande coalizione non è stata mia. Io a giugno ero già in campo con la lista "Massardo presidente", Crimi aveva detto che ero la persona giusta ma poi i 5 Stelle hanno commissariato di fatto Crimi e, senza dire mai no a Massardo, hanno scelto Sansa. E la direzione del Pd non ha avuto il coraggio di votare fra Massardo e Sansa per non spaccare il partito. Così si è trovata una soluzione che a me pare poco democratica. Forse ho peccato d'indipendenza, ma io non ho codice a barre, non sono in vendita, non cancello le mie idee per un posto da assessore».

Sono tanti, però a pensare che la presenza di un terzo polo favorisca Toti.
«Io non sono qui per portare via voti a Sansa, ma per far andare a votare chi non ci va più, offrendo una proposta civica riformista che è quella che manca. Favorisce Toti chi ha fatto una scelta divisiva. Io ho sempre votato a sinistra ma il Pd mi ha deluso: non mi ha mai dato la possibilità di un confronto vero e poi ha fatto una scelta divisiva. A giugno, in una riunione, il segretario regionale del Pd aveva detto che, se avesse dovuto scegliere fra Sansa e Toti, avrebbe votato per Toti. Poi è andata come sappiamo. Ma io non sono alla ricerca di vendetta, né di un lavoro».

Le forze a sinistra della coalizione, però, sono sempre state contrarie alla sua candidatura.
«Sì, e non ho capito perché. Mi sono state fatte varie accuse, hanno anche detto che sono iscritto alla massoneria. Mi dicano allora dov'è la mia tessera, perché io non la trovo più».

Nell'associazione "Oltre", fra i suoi sostenitori della prima ora, c'è chi non condivide la sua scelta e l'alleanza con Italia Viva.
«In questi giorni mi sono state rivolte richieste contrapposte: andare avanti, cercare un accordo con Sansa, fare una sorta di patto di desistenza. È normale che ci siano opinioni diverse, comunque "Oltre" è un'associazione culturale e non sarà coinvolta nella campagna elettorale».

Ma lei pensa che le sue posizioni, per esempio su Gronda e Nuovo Galliera, siano conciliabili con quelle di Italia Viva?
«Quello della Gronda è uno dei tanti problemi che la Liguria ha sulle infrastrutture. Io ho esaminato il progetto della Gronda e anche quello alternativo, la Genovina, e dal punto di vista ingegneristico ho dubbi su entrambi. Bisogna capire quali sono le soluzioni migliori ma anche che spazi ci sono, eventualmente, per cambiare progetti come quelli di Gronda e Nuovo Galliera: se non ce ne sono parliamo del nulla».

In questi giorni ha parlato con Ferruccio Sansa?
«Sì, mi ha chiesto di andare con lui ma la mia scelta è questa, per dare una risposta a chi non ne ha».

Quante liste la appoggeranno? Ci sono già candidature certe?
«Sulle candidature non abbiamo ancora deciso. L'intenzione è di presentare una lista unica ma, visto che hanno appena cambiato la legge elettorale, dobbiamo discuterne».