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Regionali, Liguria, Massardo: "Il nostro programma è più riformista di quello di Sansa"

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Intervista di Matteo Macor, "Genova - la Repubblica", 8 agosto 2020.

È il terzo incomodo della contesa elettorale, Aristide Massardo, il professore universitario che ambiva a guidare la coalizione del centrosinistra allargato e invece è finito per correre in solitaria, con l'appoggio di Italia Viva Psi, +Europa e altre sigle "centriste".

Già partita la sua campagna di affissioni, alle battute finali le scelte sui nomi delle liste sulle diverse province, «la mia è però una lista assolutamente civica, a cui i partiti si sono voluti accodare, - tiene a rivendicare - che porterà avanti proposte e idee non sulla base di appartenenze o etichette politiche, ma in quanto valide e realizzabili».

Massardo, la sua proposta è civica ma di fatto è il volto di tre partiti importanti come lv, +Europa e socialisti in Liguria. Non teme di finire condizionato, in qualche modo?
«Basterebbe osservare i manifesti elettorali con il mio volto che trovate sui muri di Genova in questi giorni. C'è il mio nome, ci sono io, ci sono le mie rughe, ma nessun simbolo di partito. Siamo un soggetto civico, e sinceramente non penso di essere una persona facilmente condizionabile. E uno dei motivi per cui il Pd ha avuto paura di me, e ha scelto un altro per affidargli la coalizione».

È ancora arrabbiato, con il Pd?
«Perché dovrei, le cose le ho già messe in chiaro, ho già parlato di un'occasione persa. Vedremo cosa succederà dopo il 21 settembre. Mi daranno la colpa della loro sconfitta, farò mea culpa, ma a dividere la coalizione sono stati loro. Hanno scelto di andare troppo a sinistra, e rinunciato ad una grande area moderata che invece poteva farli vincere».

In questo momento i suoi principali avversari stanno giocando in modi diversi: Sansa sta puntando tutto su incontri sul territorio e visibilità, Toti pare voler amministrare il vantaggio. Lei che fa?
«Io lavoro. Sto finendo di mettere a punto le liste, che saranno per larga parte espressione della società civile, composte da professionisti, professori, attivisti. Da lunedì inizierò a girare per la Liguria, non a fare la guerra agli altri ma a presentare il nostro progetto riformista. Del resto in questi giorni è importante dimostrare di essere in campo, i manifesti elettorali e le prime proposte servono anche a quello: all'ultimo rettilineo serve arrivare in buona posizione. Ma a contare, lo dico in quanto ex mezzofondista di buon livello, è la volata finale».

La sua corsa pensa toglierà più voti al centrosinistra, o al centrodestra?
«I voti si contano uno per uno, non mi interessa da dove arriveranno. Il nostro progetto si rivolge e nasce in un'area di centrosinistra, ci danno dei centristi ma per certi versi siamo sicuramente più di centrosinistra di altri che ora stanno nell'altra coalizione: il nostro programma è un rilancio riformista e innovativo».