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Referendum, Garavini: "Se i diritti valgono quanto un caffè"

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L'intervento della parlamentare di Italia Viva, pubblicato su "il Riformista", 7 settembre 2020.

C'è chi la definisce una riforma epocale ma di epocale ha solo la diminuzione della democrazia. Il taglio dei parlamentari, così come previsto dall'attuale riforma costituzionale, penalizzerà fortemente i territori dal momento che taglia in maniera lineare e non riparametra la rappresentanza. Saremo così il Paese in Europa con il maggior divario tra elettori ed eletti. Eletti che diventeranno troppo pochi rispetto al numero di persone per le quali dovrebbero, invece, farsi portavoce di necessità ed esigenze. In questo modo si ferisce la rappresentanza dei diritti. Ossia, la democrazia.

Inoltre la riforma approvata non va a modificare il grosso difetto dell'attuale meccanismo legislativo, ovvero non abolisce il bicameralismo perfetto. Ridurre il numero dei parlamentari lasciando intatta l'attuale architettura bicamerale ha conseguenze negative sull'efficacia del Parlamento, peggiorandola. Perché il suo funzionamento non può migliorare, se le medesime mansioni devono essere svolte da un numero inferiore di persone, indipendentemente dalla qualità delle stesse.

Insomma, una riforma fatta male, presentata come prolifica di grandi risparmi per la spesa pubblica. Ma, diversamente da quanto spesso sbandierato, non produce effetti di rilievo perle casse dello Stato. Perché i risparmi ottenuti corrispondono al valore di pochi spiccioli all'anno per ogni cittadino italiano. Valgono così poco i nostri diritti? Ecco perché è il caso di votare un netto 'No' al prossimo referendum costituzionale. Per bocciare una riforma che penalizza tanto, anzi troppo, la nostra democrazia.