Governo lavoro paese istituzioni

Reddito di Cittadinanza, Bellanova: "Mancano del tutto i controlli, dobbiamo intervenire"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Estratto dell'intervista di T. Labate, "Corriere della Sera", 28 settembre 2020.  

«Mi spiace dirlo, ma eravamo stati facili profeti. Così com'è il reddito di cittadinanza non funziona. E un intervento perché venga cambiato adesso è non più rinviabile». Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole, esponente di Italia Viva, è su una macchina che la sta riportando a Roma. Sotto gli occhi, tra le carte, ha anche l'inchiesta del Corriere della Sera di Goffredo Buccini e Federico Fubini sulle molte distorsioni prodotte su scala nazionale dal reddito di cittadinanza Dal lavoro in nero alla carenza di manodopera lamentata dagli imprenditori.

Ministra, non salva nulla dell'impianto del reddito di cittadinanza?
«Arrivo a dirle che, in un momento drammatico per l'economia, una misura di sostegno al reddito può anche avere una sua efficacia. Il problema è che il reddito di cittadinanza non raggiunge nessuno degli obiettivi per il quale, almeno a parole, era stato approvato».

Tipo?
«Si è sempre detto che non è una misura assistenziale, giusto? Hanno sempre detto che era funzionale per la ricerca di un lavoro, giusto? Sul primo punto, non c'è stata la possibilità di controllare che effettivamente i percettori del reddito accettassero o meno i lavori che eventualmente gli venivano offerti. Non c'è alcun tipo di controllo. Ma veniamo al punto delicato, quello del cercare il lavoro a chi non ce l'ha: chi monitora la domanda e l'offerta di lavoro, consentendo quindi di capire di quale tipo di lavoratori hanno bisogno le imprese? Nessuno. Quindi ci troviamo nella condizione non più tollerabile, soprattutto se guardiamo al tasso di disoccupazione delle giovani generazioni, di ragazzi che cercano lavoro e di imprese che non trovano lavoratori».

L'Agenzia nazionale delle Politiche attive sul lavoro doveva servire a questo.
«Sentiamo parlare dell'Anpal più quando si tratta delle richieste dei suoi vertici che non quando dobbiamo giudicare il compito che dovrebbero svolgere, e non svolgono. La parte delle politiche attive, che doveva e dovrebbe essere il cuore di una misura di sostegno al reddito ufficialmente non assistenziale, è mancata del tutto. Per questo non possiamo più andare avanti così».

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.