L'intervento pubblicato da "il Secolo XIX", 8 febbraio 2021.
La decisione del governo guidato da Giuseppe Conte era stata quella di affidare a una serie di commissari la realizzazione di opere già approvate o attese da tempo. L'esecutivo aveva individuato 59 grandi cantieri e trenta commissari. Sei riguardano la Liguria. L'iter burocratico è stato completato, ma immediatamente dopo è caduto il governo e la crisi ha spezzato la piena operatività delle nomine. Se si aggiungono le critiche che a Roma erano subito scattate da parte di Italia Viva e l'accoglienza tiepida delle Regioni, compresa la Liguria, ecco che le cose si complicano. Alcune opere dipendono dal Recovery Fund e il metodo non è chiaro, sia per i fondi sia per i poteri; in piena crisi di governo.
Insomma, il Recovery si intreccia con il destino dei commissari per le opere della Liguria. Una riscrittura del piano, come pare ormai certo con il nuovo governo, e strettamente connessa al futuro di questi progetti. E lo spiega Raffaella Paita, la presidente della commissione Trasporti della Camera, parlamentare di Italia Viva: «Nel decreto semplificazioni ci sono 4 priorità per la Liguria, nel Recovery c'è solo la diga. Le altre non ci sono per una questione di tempi, perché non sarebbero concluse entro il 2026 come chiede l'Europa. E poi mancano i finanziamenti: stiamo parlando di 2,5 miliardi per la Pontremolese e di 1,5 miliardi per il raddoppio di ponente». I soldi ora non ci sono, e non arriveranno nemmeno dal Recovery. O comunque sarà difficile anche in fase di riscrittura. «Anche i livelli di progettazione sono a stadi diversi: quello del raddoppio lo firmai io nel 2011 (Paita era assessore regionale alle infrastrutture, ndr) c'è un progetto che ha bisogno di una un aggiornamento che sarà realizzato entro a settembre come ha anticipato in Parlamento il neo commissario».
E sulla Pontremolese? «Ci sono finanziamenti in corso - spiega Paita - sulla Parma-Vicofertile (78 milioni, ndr) che sono sufficienti a completare quella tratta. Con i ribassi d'asta o con i risparmi verrà messa a posto anche la galleria "Bastardo". Mancano invece tutti i soldi per il valico». Come fare? «La mia proposta - ha chiarito Paita - è di utilizzare i lotti costruttivi, così almeno possiamo andare avanti. L'ho chiesto pure per il raddoppio ferroviario di Ponente. Non ho percepito ostacoli insormontabili: è una strada percorribile». Rimane poi il nodo sulla diga: «Dobbiamo chiarirlo bene: è necessario aggiungere i finanziamenti alla nuova diga del porto di Genova: i 500 milioni del Recovery, nonostante le assicurazioni date dall'ex sottosegretario Roberto Traversi, non sono sufficienti. Servono altri 350 milioni».
Ora comunque la partita delle infrastrutture si giocherà in Parlamento, con nuove regole e un nuovo governo: passeranno in rassegna i commissari, si discuterà dell'intesa con le regioni e soprattutto dei finanziamenti.