L'intervento pubblicato su "la Repubblica", 14 giugno 2021.
“Dopo le torri di Rai Way, apprendiamo grazie a Repubblica.it e ad uno dei cronisti più informati nel settore tv come Aldo Fontanarosa, che questa dirigenza Rai vorrebbe svendere un altro pezzo pregiato del patrimonio del servizio pubblico: la storica sede centrale di Viale Mazzini ed altri immobili a Roma. È accettabile che, senza alcun piano industriale né alcuna chiara direzione, gli amministratori pro tempore della Rai smantellino il patrimonio costruito dall’azienda in decenni di attività, grazie agli incassi del canone degli italiani? Se i conti sono così a rischio, da dover mettere sul mercato tutti i gioielli aziendali, come è possibile allora che ogni giorno si legga di nuove assunzioni, nuove direzioni, nuove nomine? Davvero l’amministratore delegato Fuortes pensa di svendere il patrimonio della Rai e nel contempo continuare a sprecare denaro con assunzioni e promozioni selvagge? La Corte dei Conti, che ha un magistrato incaricato di vigilare in prima persona sull’azienda, perché non fa nulla?”. Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.
“Leggiamo che, piuttosto che bonificare - prosegue Anzaldi - la sede di Viale Mazzini dall’amianto, il cui costo sarebbe di 90 milioni, Fuortes preferisca direttamente cedere l’immobile simbolo del servizio pubblico. Eppure c’è un piano già pronto nei cassetti della Rai, il Piano Newsroom approvato sia da un precedente Cda sia dalla Vigilanza, che nel 2015, quando venne approvato, avrebbe fatto risparmiare a regime 70 milioni di euro all’anno".
"Perché, invece di continuare a svendere pezzi di patrimonio, Fuortes non ritira fuori quel piano, lo aggiorna e lo attua? Permetterebbe risparmi immediati. Perché il presidente del collegio dei sindaci revisori, Carmine Di Nuzzo, ispettore capo della Ragioneria generale dello Stato, non chiede a Cda e Ad di valutare l’immediata applicazione del Piano Newsroom prima di svendere torri e sedi per fare cassa?”, conclude Anzaldi.