Informazione giustizia

Rafforzare il segreto investigativo per tutelare la presunzione di innocenza ed evitare processi mediatici: la proposta di Vitiello

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La proposta del parlamentare Iv, in un commento a cura di Alessandro Parrotta, direttore dell'Istituto per gli Studi Politici, Economici e Giuridici, pubblicato da "il Dubbio", 24 agosto 2021.

"Nota, nel nostro Paese, è la tendenza di diffondere, per mezzo dei media (televisioni, giornali e social), informazioni afferenti procedimenti giudiziari, con l'implicito effetto di spostare la sede dibattimentale dalle aule di Giustizia ai talk show di ogni genere e sorta", scrive oggi, su "il Dubbio", Alessandro Parrotta.

"Simile tendenza - spiega Parrotta - tocca derive pericolose quando si traduce in una lesione di diritti costituzionalmente garantiti dell'imputato e, ancor di più, dell'indagato, venendo meno la sacrosanta presunzione d'innocenza che dovrebbe mantenersi inalterata sino a sentenza definitiva. Gli esempi pratici sono troppi e, in ultimo, si ricorda il caso dell'ex sindaco di Lodi, Simone Ugetti"

"È recentemente stata depositata una illuminante proposta di legge dal collega e onorevole Catello Vitiello, del partito Italia Viva, proprio allo scopo di contemperare due opposti interessi: la presunzione di innocenza, da un lato, e il diritto di cronaca giudiziaria in esplicazione del più ampio principio di libertà di stampa, dall'altro. La ratio della proposta di legge non è quella di tenere i media e l'informazione fuori dalle aule giudiziarie, bensì di regolamentarne l'ingresso".

"Secondo Vitiello infatti, i media devono essere posti a presidio del potere giudiziario, quale elemento di controllo dei procedimenti, rendendo così inviolabile ma con intelligenza il diritto di cronaca giudiziaria. Il contemperamento tra i due interessi dovrebbe, pertanto, avvenire come segue: impedire che la cronaca giudiziaria abbia accesso alle informazioni afferenti ai procedimenti nella loro fase più delicata, ossia durante le indagini preliminari e del predibattimento, allorquando il perseguimento della verità storica risulti ancora difficile ed incerta", spiega Parrotta.

"L'ingresso dei media nel processo dovrebbe rendersi ammissibile, e contestualmente doveroso, nella sola fase dibattimentale sì da conferire rinnovata centralità al dibattimento e agevolare anche il lavoro degli investigatori che non avranno più il problema del rapporto con i media e potranno andare avanti nelle indagini senza scompensi mediatici", prosegue Parrotta, nel commentare la proposta di Vitiello.

Insomma, conclude Parrotta, "la proposta così delineata è ampiamente accoglibile e se ne auspica una rapida approvazione".