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Raffaella Paita, infrastrutture: "Cabina di regia e subito la Gronda"

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Intervista di Fabrizio Cerignale, la Repubblica - Genova, 2 gennaio 2020

La proposta di una "cabina di regia", per le infrastrutture, che metta insieme governo e istituzioni, ma anche una svolta su temi strategici come quelli legati alla sanità e all'industria, che dovranno essere al centro del dibattito per le regionali del 2020. Raffaella Paita, parlamentare di Italia Viva, parte dalla situazione di pesanti disagi sulle autostrade liguri per affrontare il tema dell'alternativa a Toti.

In questa situazione difficile per la viabilità lei avanza una proposta per superare l'emergenza, di che cosa si tratta?
«In questi giorni c'è stato il caos sulla viabilità, le barriere non erano sicure e capisco l'esigenza di intervenire immediatamente, ma Autostrade avrebbe dovuto fare questo lavoro per tempo anziché creare un'emergenza. Toti dice di non essere stato avvertito dal Mit e, anche se questa cosa fosse vera, si dovrebbe interrogare sul suo ruolo, perché più che il presidente della Regione sta facendo l'opinionista. Io avanzo una proposta di carattere istituzionale: si metta in atto una cabina di regia per l'emergenza, costituita da governo enti locali. Questa è una proposta che faccio positivamente anche al Sottosegretario Traversi, che in questo momento ha una funzione di governo, perché si comincino a chiedere finanziamenti su opere infrastrutturali nuove, oltre, ovviamente a quelle che devono essere realizzate come la Gronda».

Su quest'opera voi avete una posizione molto chiara, che lei ha definito intransigente.
«Gronda si, senza discussione e con l'attuale progetto perché su questo punto noi non molleremo, La Gronda deve essere fatta, per dare una soluzione al ponente, dove c'è bisogno di un intervento radicale, e perché abbiamo speso tanti anni in termini di procedure amministrative. Abbiamo bisogno di non buttare a mare il lavoro prezioso fatto, che ci ha portato, finalmente, ad avere un'opera realizzabile e finanziata. E se il Governo dovesse decidere di revocare la concessione ad Autostrade deve dire chiaramente chi la realizzerà, se il pubblico o il nuovo concessionario. L'importante è che Genova non rimanga a secco di un diritto, che è quello di avere un'alternativa viaria all'attuale assetto autostradale».

L'altro tema strategico che sottolinea è quello relativo alla sanità. Anche in questo caso, secondo lei, il lavoro fatto dalla giunta regionale non è stato efficace.
«Qui siamo di fronte a un disastro di proporzioni nazionali, perché non c'è una città o una regione, in Italia, che è costretta a mandare i propri malati a fare radioterapia a km di distanza. Poi c'è il degrado delle strutture, il fatto che non ci siano stati investimenti, che non siano stati comprati macchinari, che c'erano a disposizione centinaia di milioni di euro per realizzare nuove realtà come, per esempio, l'ospedale della Spezia, che non sono state fatte. E poi il fallimento delle politiche di privatizzazione, che era l'unica strategia, sbagliata, della Regione Liguria. Aggiungiamo a questo risultato il fatto che le liste d'attesa sono aumentate, che il livello dei servizi, nonostante la dedizione del personale medico infermieristico sia altissima, è calato. Questi sono i risultati della programmazione della giunta e su questo Toti non può dire nulla, il ruolo è regionale».

Le prossime regionali sono ormai vicine e per le alleanze, il centro-sinistra ha parlato di tavoli, che cosa ne pensa?
«Per fare il tavolo ci vuole il legno, che sono i contenuti, noi partiamo da tre direttrici cruciali come sanità, industria e infrastrutture, che comprendono, ovviamente, anche il dissesto idrogeologico, e siamo disponibili a confrontarci con chi ha in mente un progetto alternativo a quello di Toti, ma anche con chi, fino ad oggi, è rimasto deluso, e magari Toti lo aveva votato. Siamo aperti al dialogo ma non vogliamo snaturare l'identità delle nostre posizioni».

Questa alleanza comprenderà tutte le forze di governo?
«Io non so qual è il perimetro di questa possibile alleanza. Con i 5 stelle ci sono posizioni molto distanti e io ho sempre detto, a livello nazionale, che questa esperienza di governo è solo transitoria e che l'auspicio, nel 2023, è quello di essere su campi differenti. Abbiamo fatto un'alleanza per evitare l`aumento dell'Iva e perché il paese non andasse verso una deriva, ma i 5 Stelle non sono i nostri alleati naturali. I punti programmatici essenziali li ho elencati, tutto dipende da quello».