Governo Quirinale

Quirinale, Bellanova: "Una donna? Falsità di Conte"

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L'intervista pubblicata da "Edicola del Sud", 24 gennaio 2022.

Italia Viva può giocare un ruolo importante nella partita del Quirinale. Teresa Bellanova, viceministra alle Infrastruttura e Mobilità sostenibili, è presidente del partito.

Il centrodestra appare in ordine sparso; pd e 5stelle non riescono a trovare l’intesa su un nome rappresentativo del centrosinistra. A questo punto voi dell’area di centro, a partire da Italia Viva, avete un ruolo determinante. Che suggerisce alle grandi coalizioni per arrivare ad un presidente condiviso?
È inevitabile che in un Parlamento dove nessuna forza politica esprime una maggioranza certa siano prevalsi finora i tatticismi. Non esiste area politica che non abbia bisogno di ampliare il suo ambito di consenso. La partita del Quirinale è tutta qui. Mi viene da dire che è un fatto positivo, perché costringe a guardare oltre sé stessi. Non è l’eclissi della politica come si dice con troppa disinvoltura ma il suo pieno ritorno. In questo senso non Italia Viva ma tutti dobbiamo avere la piena consapevolezza di essere determinanti.


Matteo Renzi, e voi con lui, da domani quale ruolo avrà a Montecitorio, oltre a quello di grande elettore semplice?
Matteo Renzi è un leader, uno dei pochi che la nostra scena politica possa vantare. Non ha spasmodicamente bisogno di essere costantemente sotto i riflettori né tantomeno al centro dell’attenzione mediatica. Negli ultimi tre anni Italia Viva ha messo in sicurezza il Paese per ben due volte: quando Salvini chiedeva pieni poteri e poi mandando a casa Conte. Si può essere determinanti in molti modi, anche esercitando il ruolo della moral suasion.

Il nome di Mario Draghi è ancora tra quelli che circolano. Se non dovesse essere eletto ritiene che possa sopravvivere la maggioranza che regge il governo?
Presidenza della Repubblica e patto per la continuità e la qualità dell’azione di Governo vanno di pari passo. Quanto abbiamo detto dal primo momento, da domani acquista ancora più forza. Il lavoro che le forze politiche sono chiamate a fare in queste ore deve avere sul tavolo queste due condizioni. L’indicazione di una figura autorevole per il Quirinale, di indiscusso rilievo internazionale, europeista, che non nutra dubbi sulla collocazione atlantica del nostro Paese e incarni i valori garantisti della terzietà. E a Chigi la continuità di un’azione di governo con mano ferma, e idee chiare e sicure. Il 2022 sarà un banco di prova determinante per il PNRR, quello in cui si passerà dall’assegnazione dei fondi alla realizzazione dei progetti e all’attuazione dell’intero pacchetto di riforme indicato nel Piano. Per vincere la sfida si dovrà rispondere con il rigore, la qualità, la trasparenza e la tempistica necessarie. Draghi è perfetto sia al Quirinale che a Chigi. L’unica cosa che non possiamo permetterci di fare è logorarlo e indebolirlo.

Senatrice secondo lei è sfumata anche questa volta la possibilità di eleggere una donna al Quirinale?
Francamente? Credo che questa ipotesi non sia mai stata realmente in campo. Chi l’ha tirata fuori, e mi riferisco a Giuseppe Conte, lo ha fatto strumentalmente, per prendere tempo. Tant’è che nemmeno 24 ore dopo i suoi lo hanno smentito in modo eclatante. Diverso l’appello, che prendo molto sul serio, lanciato da movimenti femminili, intellettuali, artiste, scrittrici, giornaliste, imprenditrici, che invece evidenziano quanto sia ancora incompiuta una democrazia che non riesce a mettere a valore, concretamente, la presenza delle donne nei luoghi dove si decide e dove si governa.

Dopo l’elezione del presidente che farà Italia viva? A proposito, come è lo stato del partito in Puglia?
Italia Viva continuerà a lavorare, in Italia e in Puglia, come ha fatto in questi due anni per la creazione di un polo riformista capace di puntare su classi dirigenti giovani, competenti, appassionate. Alle ultime amministrative siamo stati presenti quasi dovunque e continueremo ad esserlo, con il nostro simbolo o in formazione civiche caratterizzate però con chiarezza da un’agenda riformista e progressista. Altrimenti puoi anche vincere ma politicamente hai perso. E mi riferisco anche, con non poco sconcerto, ad alcuni assordanti silenzi rispetto a recenti episodi di mala gestione che avrebbero meritato prese di posizione nette e rigorose. In Puglia come in Italia non è più tempo di populismo, che ha già prodotto fin troppi guasti, ma di buona politica. Significa scegliere con rigore e coerenza anche i compagni di strada.