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Puglia, Scalfarotto: "Emiliano vaccini i fragili, non quelli che portano voti"

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La lettera pubblicata dalla "Gazzetta del Mezzogiorno", 21 aprile 2021.  

Caro Direttore,
in seguito al monitoraggio dello scorso venerdì la Puglia si trova ad essere una delle sole tre regioni d'Italia ancora in zona rossa. I dati che arrivano su contagi, ospedalizzazioni, terapie intensive sono sconfortanti. Ancora di più lo sono quelli sulle vaccinazioni.

Il vaccino è l'unica arma che abbiamo per sconfiggere il virus e occorre mettere in sicurezza i più fragili, gli anziani, coloro che se contagiati rischiano la vita. Un ragionamento che dovrebbe essere ovvio ma evidentemente non lo è, se si considera che c'è stato bisogno di una crisi di Governo e dell'arrivo del Generale Figliuolo per varare un piano vaccinale che desse la priorità assoluta ai criteri dell'età e della fragilità.

Piano che tuttavia sembra non essere arrivato alle orecchie della regione Puglia e del suo Presidente, Michele Emiliano. I dati sono sconfortanti e per questo, il gruppo di Italia Viva del Senato ha presentato un'interrogazione al Ministro Speranza: il 16 aprile, su 348 decessi, 50 si sono verificati nella sola Puglia. Nonostante questo, over 70 e pazienti fragili appaiono totalmente dimenticati dalla campagna di immunizzazione. Emiliano ha provveduto a vaccinare imprese edili, sindaci, diocesi, e persino tecnici e amministrativi inseriti nell'elenco dei sanitari. In alcuni comuni sono stati vaccinati addirittura gli impiegati, mentre i più a rischio attendono ancora il loro turno.

Le cronache dalla Puglia abbondano di storie di malati cronici e disabili che non solo non hanno ricevuto la propria dose, ma a cui neppure è stata comunicata una data in cui sarà loro somministrata. L'apertura della campagna senza prenotazione ha poi avuto il solo risultato di creare un'estrema confusione e assembramenti nei centri vaccinali, potenzialmente forieri di contagi.

Un capitolo a parte meritano poi i tamponi: la Puglia ha avuto venerdì scorso un rapporto testati-positivi del 12%. Un dato elevato, che in effetti può essere spiegabile con le difficoltà che i pugliesi incontrano per potersi sottoporre al test. Vengono allora alla mente le parole di Lopalco, che relegava gli screening a una "tamponite" che, se esercitata, forse avrebbe consentito ai ragazzi pugliesi di tornare a scuola, anziché restare in Dad per più tempo degli studenti delle altre regioni, con danni che al momento è difficile quantificare.

Eppure, nonostante la situazione, il Partito Democratico nazionale tace e i media, con alcune virtuose eccezioni, ignorano totalmente il caso pugliese. Lo stesso partito che ha giustamente stigmatizzato il caso Lombardia e gli stessi giornali che per mesi hanno denunciato il caos provocato dalla mala gestione del tandem Fontana-Gallera, sembrano non vedere ciò che sta accadendo in Puglia.

In compenso se ne è accorto il Financial Times che la addita al mondo intero come esempio del malfunzionamento della campagna vaccinale italiana. La verità è che, anche rispetto al virus, questo non ha mai smesso di essere il Paese dei Guelfi e dei Ghibellini e anche il Covid è diventato scontro di terreno ideologico. Il tutto, in danno ai cittadini, che si ammalano e, purtroppo, muoiono. Non mi fraintenda: io credo che la politica sia il campo delle idee, che sono però cosa ben diversa dalle ideologie. La politica deve mettere le proprie idee al servizio della collettività e deve essere in grado di cambiarle, se necessario: per perseguire il bene comune, non il consenso elettorale.

Come noto, non ho esitato a espormi in prima persona per contrastare questo modo di fare politica nella nostra regione, anche consapevole che sarebbe stata una battaglia di minoranza. Alla luce dei fatti, credo ancora che ne valesse la pena. Emiliano e io la pensiamo diversamente su molte cose, ma in questo momento siamo e dobbiamo necessariamente concordare sul fatto che si vaccinano prima i fragili e non, come sta succedendo, i portatori di consenso. Vaccinare con efficienza significa salvare vite, salvarle tutte. Questo è un motivo più che sufficiente per cambiare ciò che si è fatto finora.