territori Ucraina

Profughe ucraine, l'allarme della Sindaca Conti: "Accelerare le pratiche per il lavoro"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

La notizia su "Bologna - la Repubblica", 8 aprile 2022.

Il lavoro per le profughe ucraine a San Lazzaro c'è. E loro non vedono l'ora di cominciare, ora che inizia la stagione estiva. Nei ristoranti, nei bar, nelle cucine, per la pulizia delle strade. In Appennino, un albergo ha addirittura annunciato di poter assumere un'intera famiglia di cinque persone: cucina, servizio in sala e cura del verde. A mancare però sono i permessi di soggiorno. E senza quelli, lancia l'allarme la sindaca di San Lazzaro Isabella Conti, è impossibile lavorare. Senza i permessi non si possono firmare i contratti. E torniamo al punto di partenza.

«Per poter lavorare - spiega la sindaca - anche sulla base dell'ultimo Dpcm, non importa avere ottenuto il permesso di soggiorno, basta averne fatto richiesta in questura. Ma piazza Galileo in questo momento è oberata e può fissare una prima convocazione anche tra due mesi. Ho provato a chiedere al ministero se, per accelerare, è possibile presentare questa pratica direttamente alle Poste, come avviene per gli stranieri già in possesso di visto. Mi hanno detto di no e che la convenzione con Poste Italiane non può essere ampliata in questo momento. Però il rischio, se non riusciamo a sveltire la burocrazia, è che tutto il lavoro che stiamo facendo sui territori venga vanificato. Il fattore tempo è dirimente, se non vogliamo perdere queste persone. Se vogliamo strapparle da condizioni di bisogno e alienazione dobbiamo farle lavorare il prima possibile. Io non posso tenere delle donne per mesi interi senza far niente».

C'è il rischio del lavoro nero, ovviamente. Ma l'altro aspetto da non sottovalutare è la stagionalità di questi lavori: il fatto che l'occasione di oggi, potrebbe non esserci domani. «Ora - prosegue Conti - tante attività sarebbero disposte ad assumere perché sta cominciando la stagione estiva: un periodo in cui strutturalmente manca personale. Ma non è detto che la richiesta sia identica a settembre».

Tra le 150 donne ucraine già accolte a San Lazzaro ci sono educatrici, infermiere, veterinarie, cuoche, ingegnere, operaie. «Tutte mi hanno chiesto di lavorare - dice la sindaca - Ne hanno bisogno non soltanto per la loro dignità e per il loro benessere psicologico. Ma anche perché hanno la necessità di mandare soldi alle famiglie: una delle prime cose che mi hanno detto è che la guerra rende tutti poveri. E un tema che dobbiamo avere il coraggio di affrontare in fretta. Perché è veramente un controsenso ed è frustrante: abbiamo delle persone che vogliono lavorare, che hanno tutte le condizioni per essere assunte e non possono farlo per una mera questione burocratica. Ed è intollerabile».

Ma c'è un altro tema sul quale Conti vuole lanciare un allarme. «C'è l'assoluta esigenza di attivare al più presto una task force che metta in atto un progetto di assistenza alle donne accolte nelle case private. Perché nell'accoglienza di donne con figli, da parte di uomini soli, c'è un forte rischio di abuso che non possiamo negare, né sottovalutare».