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Portas: "È stata l'affluenza non prevista a far saltare tutte le previsioni"

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Intervista di Pierpaolo La Rosa, "il Tempo", 28 gennaio 2020.

«Le posso garantire che i sondaggi non sono infallibili. Li sbagliano perfino negli Stati Uniti dove li hanno inventati». Non ha dubbi - raggiunto telefonicamente da "Il Tempo" - Giacomo Portas, leader dei Moderati ed appartenente al gruppo di Italia Viva a Montecitorio.

Il parlamentare, che si autodefinisce esperto di numeri ed appassionato di flussi elettorali, commenta il flop delle rilevazioni che alla vigilia del voto in Emilia-Romagna davano la candidata del centrodestra, la leghista Lucia Borgonzoni, in vantaggio di 2,8 punti percentuali rispetto al rivale, il poi riconfermato govematore della Regione Stefano Bonaccini, del Partito democratico.

Onorevole Portas, come si spiega una simile, brutta figura?
«I sondaggisti si sbagliano perché, molto semplicemente, non possono prevedere l'affluenza al voto. Le faccio un esempio relativo proprio a Bologna: nell'ultima settimana circa 8-10 mila persone avevano chiesto la tessera elettorale perché fino a quel momento non si erano ancora recati alle ume. Il 7-10 per cento degli elettori, poi, decide all'ultimo minuto: ha presente intere famiglie, mogli e mariti, che guardano con la testa all'insù i tabelloni elettorali davanti alle scuole, il giorno del voto? Ebbene, scelgono verso chi indirizzare le proprie preferenze in quel momento lì. Questo avviene malgrado tutta la pubblicità che si fa in campagna elettorale».

Ma il fallimento dei sondaggi, almeno in questa tornata elettorale, si può spiegare solo con queste motivazioni?
«Nel caso dell'Emilia-Romagna sono state le Sardine ad aver fatto - glielo assicuro - la differenza, ma il campanello d'allarme devastante è stato quando Matteo Salvini ha suonato al citofono ad un ragazzo di origini tunisine, a Bologna. È una mia impressione, eppure sono sicuro che gli italiani quando qualcuno suona in questo modo a casa non l'accettano: è un'invasione di campo in un luogo dove i nostri connazionali tengono alla loro privacy ed alla loro libertà. Quello dell'ex ministro dell'Interno è stato un grande errore. E non ci sono algoritmi che tengano in questi casi».

Ai sondaggi non bisogna, quindi, credere più?
«Io non ci ho mai creduto: un numero di persone - al di là del gusto politico - vota per la capacità, per le competenze dei candidati. L'Emilia-Romagna è una Regione che è stata molto ben governata, ma c'è stato da parte di Salvini un richiamo alla foresta ed alla paura che si poteva tranquillamente evitare. I sondaggi si chiamano così perché fanno delle previsioni: se fossero delle certezze verrebbero definiti analisi corrette basate su dati esatti. Insomma, è inutile prendersela con i sondaggisti».