L'intervento su "Metropolis", 4 agosto 2022.
Era stato il primo a sottolineare l'importanza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza promosso dal governo guidato da Mario Draghi: «Sarà fondamentale per accorciare le distanze tra il Nord e il Sud del Paese». aveva profetizzato Ciro Buonajuto, pronto a presentare una serie di progetti per il definitivo rilancio turistica della «sua» Ercolano.
Ora lo stesso sindaco della città degli Scavi, a meno dì due mesi dal voto del 25 settembre, lancia l'allarme: «Il Pnrr è a rischio nel Mezzogiorno. Se non invertiamo la tendenza e acceleriamo falliremo l'obiettivo 2022 e con l'aumento dell'inflazione il divario con il Nord continua a crescere. Per questo bisogna ripartire subito dall'agenda di Mario Draghi», queste le parole del leader locale di Italia Viva, in scia alla linea tracciata dal leader dello schieramento Matteo Renzi.
«Quanto emerge dalle anticipazioni del Rapporto 2022 dello Svirnez - prosegue l'esponente di Italia Viva - è preoccupante. Ho sempre ribadito che gli enti locali. in particolar modo quelli del Mezzogiorno, avrebbero sofferto. Se non invertiamo subito la tendenza e non acceleriamo le procedure rischiamo seriamente di non portare a casa il risultato. I dati Svimez certificano che nei comuni del Sud si impiega mediamente circa 450 giorni in più per portare a compimento la realizzazione delle infrastrutture sociali. In pratica se gli investimenti del Pnrr in infrastrutture sociali nel Sud non saranno avviati almeno entro fine ottobre 2022 non riusciremo a chiudere il cantiere entro la conclusione del Piano previsto per agosto 2026».
Insomma, il futuro appare a tinte fosche: «A questo - conclude Ciro Buonajuto - bisogna aggiungere anche un altro aspetto preoccuparne: l'aumento dell'inflazione e della crisi in Ucraina che sta avendo i suoi effetti negativi sui consumi e questo aumenta il divario Nord-Sud. Il Mezzogiorno potrebbe registrare un punto in meno di crescita. E tutto questo è stato favorito anche dall'instabilità politica. Continuare a sostenere l'agenda di Mario Draghi è prioritario per evitare il peggio».