Famiglia pari opportunità

Pnrr, Bonetti: "Priorità a occupazione femminile e indipendenza dei giovani"

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L'intervento pubblicato da "il Sole 24 Ore", 4 maggio 2021.

«Il dato sulla natalità, scesa del 30% rispetto al 2008, è certamente molto preoccupante. Purtroppo, però, è in linea con le nostre aspettative. Per questo motivo nel Piano nazionale di rilancio e resilienza appena inviato a Bruxelles ci sono molte misure, trasversali e integrate, per incentivare la natalità nel nostro Paese e il Family Act entra come misura strutturale». La ministra per la Famiglia e le Pari opportunità Elena Bonetti, di Italia Viva, ricorda come le misure di contrasto alla denatalità sono molteplici e vanno in più di una direzione, ma i due assi su cui bisogna concentrarsi sono soprattutto due: l'aumento dell'occupazione femminile e l'indipendenza dei giovani dai nuclei familiari di origine.

Lavoro femminile al centro, dunque. Perché, contrariamente a quello che si pensava in passato, tutte le rilevazioni statistiche degli ultimi anni dimostrano che le donne con figli sono più numerose tra le lavoratrici che tra le non lavoratrici. Ed è per questo che il tasso di natalità è negli ultimi anni particolarmente basso al Sud, dove lavora solo una donna su tre. L'indipendenza dei giovani e delle giovani coppie è l'altro fattore dirimente: lasciare tardi la casa di origine contribuisce ad allungare l'età del primo tentativo e quindi ad incidere negativamente sul tasso di natalità. Per questo nel Pnrr è stata inserita la previsione di una quota di assunzioni per giovani e donne da parte delle imprese che parteciperanno ai singoli progetti.

E in questa direzione vanno anche le misure inserite del decreto Sostegni 2 sui mutui per le prime case e sulla sospensione delle tasse sulla casa per gli under 36 sui mutui per le prime case e sulla cancellazione delle tasse sulla casa per gli under 36. Ma più in generale occorre creare un sistema di infrastrutture sociali che rendano le donne libere dal dilemma se dedicarsi al lavoro o alla cura della famiglia: da qui il forte investimento del Pnrr negli asili nido (4,6 miliardi, con al previsione di almeno 228 mila nuovi posti nel 2026) e lo stanziamento di fondi per l'estensione del tempo pieno scolastico e il potenziamento delle infrastrutture sportive nelle scuole: tutte misure che, oltre a investire in educazione e prevenire l'abbandono scolastico, incidono sui carichi familiari per molte ore al giorno.

Ma serve anche un salto culturale, ricorda sempre la ministra Bonetti: «Il potenziamento dei congedi parentali, ad esempio, mira proprio a distribuire é in maniera paritaria tra i genitori il tempo di cura dei figli». C'è poi il fronte della sicurezza economica: su questa linea si collocano gli assegni familiari e le misure per detrarre le spese per le cure domestiche.

Importante agire anche sul fronte degli incentivi al rientro delle donne al lavoro dopo la maternità: «Oltre ai voucher per i servizi domestici, il rientro al lavoro delle mamme dovrebbe avere un vantaggio economico diretto - spiega Bonetti -. Occorre favorire aumenti di stipendio e facilitazioni nella carriera: molte grandi aziende, soprattutto multinazionali, prevedono la valorizzazione delle competenze acquisite dalle donne con l'esperienza della maternità».

Lavoro femminile, indipendenza dei giovani dalle famiglie di origine, una rete di servizi sociali per l'infanzia: un mix che nei prossimi armi potrebbe aiutare a invertire il trend negativo della natalità. Ma il salto deve essere innanzitutto culturale, e di fiducia nel futuro.