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Parente: "Dati, cure a casa e tamponi. Solo così l'Italia può resistere"

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L'intervento della parlamentare di Italia Viva su "Il Dubbio", 24 marzo 2021.

D a cittadina, da parlamentare, da presidente della commissione Sanità del Senato sono molto preoccupata per il peggioramento dell'epidemia da Covid-19, come tutti gli italiani.

Il governo Draghi sta accelerando e organizzando in maniera ordinata un campagna vaccinale nazionale, recuperando errori e inadempienze del passato recente. Sappiamo però che occorrerà ancora qualche mese perché gran parte della popolazione possa ricevere il vaccino, consentire di raggiungere la perseguita "immunità di gregge" e uscire così dall'incubo. Intanto si dovrà ancora convivere con il virus, ma limitandone fortemente i danni.

E allora è urgente agire su tre fronti: dati epidemiologici aggiornati quotidianamente, sorveglianza attiva sui territori e protocolli per cure domiciliari.

Innanzitutto, è inquietante che i dati forniti dal Comitato tecnico scientifico siano datati di 10-14 giorni: non è possibile, in una situazione del genere, alcuna seria e tempestiva programmazione. Si rischia di adottare lockdown mirati quando è già troppo tardi, e viceversa si è costretti a chiudere intere regioni, fino all'ipotesi di una zona rossa per tutta l'Italia. È fondamentale che il ministro Speranza e il Comitato, visto l'andamento esponenziale del contagio, ascoltino fisici, matematici e analisti di dati per anticipare il virus e non inseguirlo. In modo da evitare, con chiusure veloci, anche disastri economici e occupazionali. Da tempo conduco questa battaglia in Parlamento con emendamenti su trasparenza, tempestività, quotidianità dei dati. Nonostante le richieste formulate anche con interventi in Aula, devo constatare però che queste proposte non hanno trovato finora accoglienza. Continuerò a battermi su questo terreno.

È necessario anche un piano nazionale di sorveglianza attiva sui territori con tamponi tempestivi e sequenziamento genomico delle varianti. Trovo profondamente ingiusto che i cittadini debbano continuare a pagarsi i tamponi nei casi in cui si sospettano contagi in famiglia. Un sistema sanitario veramente pubblico ricomincia da qui: di fronte al virus si stanno ancor di più allargando le diseguaglianze.

Terza urgenza è quella relativa a un organismo che stabilisca un protocollo di cure domiciliari per chi contrae il Covid-19. Tanto più a seguito della recente sentenza del Tar Lazio sulla nota di Aifa del 9 dicembre 2020 che prevedeva nei primi giorni di malattia la sola "vigile attesa": si è sancito, al contrario, la necessità per i medici di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza.

Agire urgentemente su questi tre fronti in attesa dei vaccini diventa ora necessario e indispensabile, soprattutto in presenza delle varianti, permettere in sicurezza la salute dei cittadini.