Paita: «Tassa Ue sulle emissioni. I proventi finanzino gli eco-fuel»

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L'intervista a Raffaella Paita per Il secolo XIX dell'8-04-2024

di A. Qua

In vista delle elezioni europee, è il momento di capire quale linea l'Italia vorrà tenere nel corso della prossima legislatura. Lo spiega Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva: «In Europa bisogna cambiare linea, ridiscutendo le posizioni massimaliste ed evitando di assecondare le azioni dei Paesi del Nord Europa, spesso tesi a limitare le potenzialità dei porti che si affacciano sul Mediterraneo».
Il messaggio è proprio per il Pd, «che in Europa difende a oltranza la formulazione dell'attuale schema di scambio delle emissioni di quote di gas serra (Ets, Emission Trading Scheme, cui da quest'anno sono sottoposti anche gli armatori) che mette a rischio i nostri porti e fa aumentare i costi».
Intanto in Italia i proventi dell'Ets, spiega Paita, dovranno essere deviati in via prioritaria per finanziare «i progetti sui nuovi carburanti e la creazione nei porti di infrastrutture e depositi adeguati»: la senatrice sta studiando una proposta in questo senso. «Occorre però che, contrariamente al recente passato, i bandi siano realmente una opportunità. Va quindi elevata la quota di contribuzione pubblica, con procedure meno burocratiche e più efficaci, come ad esempio quelle utilizzate in Spagna, e capire come sostenere e adeguare i cantieri navali italiani affinché i lavori possano essere eseguiti anche nel nostro Paese. E un grande progetto industriale - aggiunge Paita - che può vedere protagonista in primo luogo la Fincantieri, ma anche molte aziende della cantieristica presenti a Genova e in altre realtà italiane, che sono di assoluto valore».
«Le prese di posizione su portualità e comparto marittimo di questi giorni - commenta Paita - sono una cosa ciclica, che si verifica alla vigilia delle elezioni, salvo poi a urne chiuse dimenticarsi tutto. C'è grande confusione, sia a destra che a sinistra: il governo annuncia riforme che non realizza e non chiarisce la suddivisione delle competenze tra il ministero dei trasporti e quello del mare. In questo quadro, credo sia un grave errore da parte del governo continuare a nominare commissari invece che presidenti delle Adsp, in attesa di una riforma che non si sa se mai sarà realizzata. È una cosa che svilisce e umilia il ruolo di questi enti». «La centralità della politica marittima portuale - conclude Paita - è una delle grandi battaglie che Italia viva, con la lista Stati Uniti d'Europa, farà sulla base della credibilità acquisita grazie alle cose effettivamente realizzate. Per me, che nella scorsa legislatura alla Camera mi sono molto impegnata come presidente della Commissione anche per i diritti dei lavoratori e per i servizi tecnici nautici, è triste vedere commissioni governate senza spinta e rilevanza».