parlamento

Paita: «Stimiamo Decaro ma siamo distanti dall'emilianismo».

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Intervista a Raffaella Paita per «La Gazzetta del Mezzogiorno» del 30-12-2024

di Michele De Feudis

Senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, il partito renziano in Puglia ha registrato lo scossone per la cacciata del presidente regionale Stellato, passato con Michele Emiliano. Quali gli elementi che segnano l'incompatibilità tra il vostro partito e il programma del governatore pugliese?

«Dall'Ilva alla xylella, dalla Tap alla Buona scuola, il metodo di Michele Emiliano non appartiene e non potrà mai appartenere a Italia Viva. Ringraziamo Massimiliano Stellato per il suo lavoro ma al tempo stesso ribadisco che chi sta con Italia Viva non sta con il governatore».

In che tempi sarà nominato il nuovo commissario regionale? Quale l'identikit? Spazio a una donna?

«Non ci sono identikit, come gruppo dirigente nazionale faremo una valutazione. Il presidente Renzi sceglierà la persona più adatta ad assolvere un compito così difficile. Ci sono le elezioni regionali, bisogna costruire un maggiore rapporto con il territorio e al tempo stesso serve grande autorevolezza».

Il centrosinistra è l'approdo scelto per IV proprio da Renzi. Con dei distinguo, rispetto alle espressioni progressiste sovrapponibili a formule populiste. Come si mette in pratica questa opzione?

«Il sistema si sta sempre più polarizzando, come le elezioni europee hanno confermato. Noi siamo nel campo del centro sinistra, e vogliamo parteciparvi con la nostra dignità e le nostre idee. Serve un ruolo forte del centro riformista, proprio per controbilanciare le pulsioni populiste. Anche perché, come hanno dimostrato le regionali in Liguria, Emilia Romagna e Umbria, il centro e Italia Viva sono determinanti. Dove non c'eravamo si è perso, dove eravamo presenti si è vinto».

In Puglia il Pd ha in rampa di lancio l'ex presidente Anci Antonio Decaro. Il profilo perfetto per trovare un'intesa con il mondo renziano?

«Decaro è un amministratore che stimiamo e che ha lavorato bene come sindaco. La decisione pero spetta al Pd. Per noi sono prioritari i nodi programmatici: occorre, ad esempio, rafforzare l'asse infrastrutturale tra Bari e Napoli, valorizzare il ruolo di Bari come capitale dei rapporti con l'area balcanica e la Grecia anche attraverso la sua prestigiosa università. Per Taranto credo sia importante mantenere la vocazione industriale a partire da Ilva e porto. Poi dobbiamo ragionare sulle prospettive legate alla transizione energetica e in particolare sulla piattaforma logistica a supporto dell'eolico off shore. Servirà una forte guida regionale, visto che il governo su questo è contraddittorio e lento a prendere decisioni. Va ripensato il ruolo di Brindisi dopo la riduzione dei poli energetici tradizionali: la città può diventare il Polo nazionale per la ricerca sul cambiamento climatico marino, sfruttando le facoltà di eccellenza delle università».

Se Decaro non dovesse sciogliere la riserva, le ipotesi sul campo sono imprevedibili, da un grillino alla Mario Turco a un assessore regionale uscente, dal civico Delli Noci, al dem Raffaele Piemontese, senza escludere, in teoria, il tris di Emiliano...

«Per noi conta la coerenza. Il programma del centro sinistra non può essere una riedizione di quello di Emiliano nel merito e nel metodo. La Puglia è una grande regione industriale, e serve un legame più profondo tra industria e agricoltura, una valorizzazione dell'Agroalimentare pugliese. E poi c'è il tema delle grandi città d'arte. Vere e proprie perle da integrare maggiormente al ciclo turistico. Con Emiliano tutto questo non si è visto».

Il centrodestra non ha ancora sciolto le riserve. Tra i nomi dei papabili sfidanti c'è anche quello del giornalista liberale Nicola Porro. Ha elementi di sintonia con le proposte riformiste di Itala Viva?

«Stima per Porro, che è un bravo giornalista, ma noi siamo nel centro sinistra».

Luci e ombre nella Manovra del governo Meloni?

«Luci ben poche. È una manovra priva di anima e di visione. Non c'è nulla per la crescita, e infatti siamo fermi allo "zero virgola". La sanità è clamorosamente assente. Il servizio nazionale è sull'orlo del collasso, le liste d'attesa si allungano sempre di più. Medici e infermieri, che difficilmente scioperano, hanno protestato proprio perché mancano le assunzioni e il nostro personale sanitario è il meno pagato d'Europa. Su tutto questo non c'è nessuna risposta».

In Europa Bellanova tra i leader del partito democratico europeo come vicepresidente. C'è un modello a cui vi ispirate per dare forma ad un contenitore e ad una leadership continentale riformista?

«Siamo orgogliosi per il ruolo che Teresa Bellanova ricopre nel Partito democratico europeo. I riformisti saranno sempre più importanti oggi, con questa onda di destra che sta attraversando il continente e la sfida che le autocrazie ci stanno lanciando».

Il pugliese Fitto commissario e vicepresidente Ue: che auspici coltivate sul suo mandato?

«Noi tifiamo sempre per il paese. Ci auguriamo che Raffaele Fitto faccia bene nell'interesse dell'Italia e dell'Europa. Noi siamo di una pasta diversa rispetto a Giorgia Meloni, che si sgolava contro Paolo Gentiloni. Abbiamo un'altra postura istituzionale e la rivendichiamo».