Paita: «Presidente: elezione diretta»

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Intervista a Raffaella Paita per «Mondo Padano» del 31-05-2024

di Paolo Carini

L' importanza di queste elezioni europee nelle quali "ci stiamo giocando il futuro", le critiche a Ursula von der Leyen e l'obiettivo dichiarato di sostituirla con Mario Draghi, il diritto di veto da mettere in soffitta e il sogno di un'elezione diretta del presidente dell'Unione. Sono gli argomenti che tocca la senatrice Raffaella Paita, già presidente della Commissione trasporti, coordinatrice nazionale di Italia Viva e candidata per Stati Uniti d'Europa nella nostra circoscrizione. Raffaella Paita ha 49 anni, è spezzina, ha seguito Renzi nella scissione dal Pd e nella fondazione di Italia Viva. Un altro concetto chiave del suo manifesto elettorale è che la transizione verde deve essere fatta, ma non a scapito della nostra industria e della classe media. In questo campo è da rivedere la direttiva sulle case green.

Matteo Renzi è l'unico leader che ha dichiarato che, in caso di elezione a Strasburgo, lascerà il seggio in Senato. Una presa di posizione forte. Ma poi, nei fatti, questa scelta non rischia di indebolire Italia Viva a Roma?

«Ciò che ha animato la nostra scelta è il fatto che ci stiamo giocando il futuro con le prossime elezioni europee. Per questo abbiamo messo da parte gli interessi particolari, seppure legittimi. Sarà a livello continentale che si deciderà il destino dell'Italia. Italia Viva è un partito vitale pieno di risorse che fa sempre gioco di squadra. Stiamo partecipando a un progetto ambizioso: salvare quell'idea di Europa attaccata quotidianamente da destra e da sinistra. Per questo, a differenza di tutti gli altri leader, Renzi, una volta eletto, siederà all'Europarlamento come tutti i nostri candidati che ce la faranno. Meloni, Schlein, Tajani e Calenda hanno già confessato che stanno prendendo in giro gli italiani e le istituzioni europee».

Da Renzi sono arrivate forti critiche alla gestione di Ursula von der Leyen e alla sua ricandidatura a capo della Commissione. L'invito di Stati Uniti d'Europa riguarda un cambio di candidato della probabile maggioranza formata da popolari e socialisti o c'è un'aspettativa diversa? In cosa è criticabile la von der Leyen?

«Von der Leyen ha rappresentato l'Europa della burocrazia e delle tasse. L'approccio ideologico con cui si è impostata la transizione ecologica, ad esempio, rappresenta un errore clamoroso che penalizza i cittadini e rischia di non ottenere i risultati. Von der Leyen non è stata in grado di far rispettare le regole a personaggi come Orbán e non ha prodotto una politica estera comunitaria autorevole. Per questo noi lavoreremo per consegnare a Mario Draghi la guida dell'Europa. Ci siamo riusciti in Italia, ce la faremo anche stavolta».

Ritiene probabile che l'Europa si dimostri più unita, nei prossimi 5 anni, con l'avvio di una politica estera comune o ci sono ostacoli troppo impegnativi per questo percorso? Ritiene ci sia qualcosa da modificare nei meccanismi dell'Unione, ad esempio il diritto di veto?

«Il diritto di veto è uno strumento che nella situazione attuale non ha senso e condanna l'Europa alla paralisi. Dobbiamo superarlo e dare vita a una nuova fase che dia potere vero all'Europa e non la ingessi impedendole di prendere decisioni efficaci. Noi siamo perché l'Unione europea sia governata dalla politica. Per questo vorremo che i cittadini ne eleggessero il Presidente».

Da esperta di trasporti come giudica la posizione dell'Austria contraria al passaggio dei Tir italiani al Brennero e tutt'altro che malleabile sul tema dell'inquinamento del Tirolo?

«Il comportamento austriaco è assolutamente inaccettabile come del resto proprio di recente anche la Commissione europea, seppure tardivamente, ha evidenziato. Ma non è sufficiente un banale richiamo occorre individuare il modo di sanzionare l'Austria. Non è certo con questi provvedimenti unilaterali e ingiusti che si può rafforzare l'Europa».

Da ligure, ritiene ci sarà un effetto sul voto dell'inchiesta in corso sul risultato? I sondaggi sul tema danno risultati diversi...

«Sicuramente rischia di contribuire a creare disaffezione nei cittadini. Serve un progetto nuovo in Liguria che non rinunci allo sviluppo e alla crescita realizzate in trasparenza e legalità. Bloccare tutto, sarebbe una follia».

Case green in Europa entro il 2050. Una bella idea, ma con dei costi che, se fossero a carico dei privati, risulterebbero impopolari. II Governo dovrà presentare il suo piano entro un paio di anni, ma sarà necessario ipotizzare un finanziamento europeo visto le difficoltà finanziarie del nostro Paese?

«Il Green deal e la direttiva case green sono frutto più dell'ideologia che non della reale volontà di proteggere l'ambiente. Per questo, se eletta al Parlamento europeo, mi impegnerò per modificare la direttiva. La politica energetica europea deve tutelare l'ambiente senza penalizzare i posti di lavoro e la classe media. Sarò in prima linea contro questa vera e propria patrimoniale occulta, perché toccare la casa, in Italia, significa penalizzare la classe media. E su questo non siamo disposti a fare passi indietro».