Lettera al direttore de "Il Foglio" del 22-10-2025
di Raffaella Paita
Al direttore - L’hanno definita “prudente”. Non sono d’accordo. La legge di Bilancio che ci apprestiamo a discutere in Senato è di puro galleggiamento, incolore, insapore, inodore, carente sul piano dello sviluppo. Una serie di piccoli aggiustamenti e ritocchini che non affrontano nessuno dei problemi del paese, a cominciare dal pil. L’Italia continua a crescere con tassi da zero virgola, nonostante la spinta del Pnrr. Gli stipendi sono e resteranno al palo: con la detassazione degli aumenti contrattuali arriveranno in busta paga dai due ai quattro caffè al mese, mentre il carrello della spesa continua a erodere il potere d’acquisto. Quelli che oggi mettono sei euro in più al mese sono gli stessi che definirono una “elemosina” gli 80 euro del governo Renzi.
Quella sì una riduzione strutturale delle tasse. Di fronte a tutto ciò la soluzione proposta da Giorgia Meloni è “Più tasse per tutti”. Non c’è da stupirsi: questo è il governo della pressione fiscale al 42,5 per cento. Ma non mi sarei mai aspettata l’aumento dell’aliquota sugli affitti brevi anche per il primo immobile, un aumento di fatto delle tasse sulla casa. Se al posto di Tajani ci fosse stato Silvio Berlusconi, sono certa che questa misura non sarebbe mai finita nella bozza della manovra. Così si penalizzano quelle famiglie che provano a ricavare un reddito dall’affitto della casa al mare.
Un altro schiaffo al ceto medio, sempre più sulla soglia della povertà. Daremo battaglia finché non la ritireranno. Un’altra “chicca” di questa manovra, oltre alla tassazione sulle banche che per Salvini c’è e per Tajani no, è la tanto sbandierata rottamazione delle cartelle.
Premesso che siamo contrari ai condoni, una misura che aiuti imprese e contribuenti in difficoltà ci potrebbe anche stare. Il problema è che gli interessi sono troppo alti: si parla del 4 per cento all’anno per nove anni, che portano gli interessi sopra il 35 per cento. Siamo al limite dello strozzinaggio. Un’altra presa in giro di questa modestissima manovra. In Parlamento presenteremo i nostri emendamenti che saranno tutti votati allo sviluppo. L’opposizione non può essere solo critica, ma deve anche fare proposte concrete: alla Leopolda abbiamo presentato quella sull’Irpef agevolata per i giovani, che avrebbe il doppio vantaggio di trattenere i nostri talenti e favorire lo sviluppo. C’è una sinistra pro Pal e un centrosinistra pro pil. I riformisti sono per il pil.
Raffaella Paita, Italia viva
