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Paita: In Liguria voglia di civismo. E il nostro centro è in campo per quello.

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L'intervista a Raffaella Paita per Repubblica, Genova

di Michela Bompani

Dopo l'annuncio di Renzi di candidarsi alle europee con il Centro nella circoscrizione Nord Ovest, il quadro politico ligure è in fibrillazione. E la coordinatrice nazionale di Italia Viva, Raffaella Paita, senatrice ligure, getta benzina sul fuoco, pronta a rompere equilibri, proprio come il suo leader. Ieri era a Palermo, alla scuola politica di Iv, "Meritare l'Europa", tre giorni di full inmersion per 500 ragazzi, aperti da una lezione del direttore di Repubblica, Maurizio Molinari.

Paita, né partito, né movimento, Renzi ha lanciato un brand: il Centro. Cosa significa?

«È uno spazio politico affascinante, come lo ha definito Renzi, per rispondere alle aspettative dei riformisti, che solo in questo progetto possono trovare una casa». 

Renzi dice che alle Europee "non saremo soli": in Liguria con chi vi alleerete?

«Saranno con noi i riformisti, i cittadini che vogliono un'alternativa al sovranismo di destra e al populismo di sinistra. Anche in Liguria, l'appeal di questo progetto sarà molto importante».

Da Italia Viva a il Centro: cosa cambia? '«Crediamo in un progetto che coinvolga le forze appartenenti all'area popolare, all'area socialista, all'area liberale, ai tanti cittadini delusi dal governo che aveva promesso di diminuire la benzina e le tasse e, invece, le ha aumentate. Ma anche ai cittadini delusi da un Pd schiacciato sulle posizioni di Conte e che, come dimostra il caso Liguria, ha sempre più posizioni minoritarie contro lo sviluppo».

Il centro, si sa, è il sogno proibito del governatore della Liguria Toti: vi siete sentiti? Siete più vicini, ora?

«Non so cosa Toti voglia fare da grande. Glielo chiederò. Dice di voler rilanciare il progetto dei civici: però che i civici in Liguria si sono mossi anche in alternativa alla lista di Toti. Quando però sostiene che in Liguria gran parte dei cittadini hanno sposato scelte civiche perché non si riconoscono nei partiti di destra e di sinistra dice una verità, e non posso non riconoscerlo. A questi cittadini deve essere offerta la risposta politica che io chiamo Centro».

Nascerà in Liguria un asse di centro Scajola-Toti-Paita?

«Scajola ha vinto le elezioni senza mai pronunciare la parola "destra", e quasi da solo, come il sindaco di Sestri Levante, Solinas. Omologare le scelte civiche di sindaci, che hanno vinto quasi in prima persona, a disegni politici generali è un po' autoreferenziale. Io vorrei lavorare perché il Centro si affermi alle europee, anche in Liguria, sbarrando la strada a populisti e sovranisti».

È dunque pronta a sostenere un Toti-ter in Regione Liguria?

«Il problema non è capire se Iv sosterrà Toti, ma quali siano i temi cruciali per la Liguria. Mi pare che sulle regionali, poi, la discussione in seno al centrodestra sia molto pesante, a tratti drammatica».

Per il 2025 il Pd cerca ampie alleanze anche con la sinistra: e Iv? Cosa pensa del rientro nel Pd del suo ex "sfidante", Luca Pastorino?

«Il Pd in Liguria si avvia all'ennesima sconfitta. I Dem non hanno costruito un'alternativa: si sono presentati con il M5s, la forza più contraria allo sviluppo, e la sinistra radicale, in una regione che ha bisogno di crescita. E Pastorino, che ha regalato la Regione a Toti e che dalla sinistra radicale passa al Pd, è la cartina di tornasole di questo processo. Pd e sinistra radicale sono la stessa cosa in Liguria. Noi non ci stiamo perché amiamo la Liguria. E se ami la Liguria sei per Gronda, porto, infrastrutture».

L'alleanza di lv con Bucci a Genova è stata una prova generale del Centro? Dalla diga ai depositi chimici, i nodi non vi mancano.

«A Genova abbiamo orgogliosamente sostenuto Bucci con un'operazione molto coraggiosa: siamo convinti che il sindaco stia governando bene. E questo sarà il metro di misura con cui valuteremo le prossime elezioni: rifiutiamo ogni atteggiamento ideologico sulla scelta dei candidati,
ma guardiamo solo all'interesse dei liguri. Ci sono questioni aperte, è vero, ma il bilancio complessivo su Genova è positivo. Quando passo dal Waterfront di Levante, vedo il futuro e sono orgogliosa del lavoro fatto».

In Liguria la scena è occupata dal rigassificatore: che ne pensa?

«Alla Spezia c'è un rigassificatore, a 500 metri da Portovenere: sono per l'autonomia energetica dalla Russia. Però la lamentela sul mancato coinvolgimento degli amministratori è sacrosanta, anche il sindaco di Savona ha ben posto la questione. Mi indignano gli argomenti ideologici, contrari allo sviluppo, utilizzati dal Pd: un autogol. Aggiungo però che, onestamente, Savona non mi sembra il luogo giusto per l'impianto, perché ospita già molte funzioni».