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Paita: «Orlando? È il solito bluff. Ora per un anno dimenticherà la Liguria»

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L'intervista a Raffaella Paita per Il Secolo XIX di Emanuele Rossi

«Orlando? Il solito bluff: ora per un anno si dimenticherà della Liguria.»

Toti?

«Sulla sanità è stato gravemente insufficiente. Ma l’alternativa non possono essere quelli del no a tutto. Serve una proposta riformista».

Raffaella Paita non si mostra affatto stupita dalle parole dell’ex ministro del Lavoro sulle regionali liguri del 2025.Tra i due big spezzini della politica nazionale c’è una conoscenza di vecchia data e più di una ruggine. E la coordinatrice nazionale di Italia viva pare puntare a una terza via, per la Liguria. Ma non dimentica una stilettata agli ex compagni di viaggio di Azione: «In Liguria sono uno spin off del Pd: Calenda cambia idea su Bucci e ora dicono no al termovalorizzatore a Genova?».

Su Orlando Paita è tranchant:

«La sua intervista è un po’ come i film di Vanzina, un classico natalizio. Io non credo che si candiderà, peraltro nell’intervista lascia intendere ma non dice esplicitamente che vuole farlo. Basta aspettare e vedremo. Ciò che invece mi stupisce è che non abbia detto una sola parola sulle questioni che riguardano lo sviluppo e la crescita della Liguria. Non ho capito per quale idea di Liguria si candiderebbe».

D’altro canto, per Paita, l’esperimento giallorosso del 2020 è fallito ma Ferruccio Sansa ha ragione a criticare i dem:

 «Io non l’ho sostenuto e non condivido quasi nulla delle sue idee. Su una cosa pone però una critica fondata. Il Pd in questi anni è stato il miglior alleato di Toti. Basta seguire le nomine e le consulenze in porto per capire che fingono di fare opposizione». 

Sul possibile terzo mandato di Toti (e degli altri presidenti di regione in ballo) la coordinatrice di Italia viva vede una contrarietà trasversale, da Schlein a Meloni:

«Sul terzo mandato in generale non sono contraria. Ma non credo sia facile che passi a livello nazionale. Per esempio De Luca ha lavorato bene ma il Pd di Schlein sembra non volerlo e quindi si contrappone al terzo mandato, così come Fratelli d’Italia che ha pochi governatori».

Ma qual è il giudizio sulla giunta regionale?

«Sulla sanità è gravemente insufficiente. - dice Paita - Ma l’alternativa a Toti non può essere uno schieramento del no massimalista dalle infrastrutture al termovalorizzatore. Il voto ideologico in Liguria non esiste più. I cittadini votano liberamente per una idea di regione. E noi riformisti una idea di regione l’abbiamo».

Una “terza via” che alle regionali del 2020 è fallita e che ha costretto IV a schierarsi di qua o di là: tanto che a Savona sta con Marco Russo, contrario al rigassificatore. E a Genova sta con Bucci, che vuole un termovalorizzatore. Per Paita non c’è contraddizione:

«Sono due temi differenti. Il rigassificatore è un’opera utile ma ricordo che la Liguria ne ha già uno proprio nella mia città. Quindi nessuna contrarietà ideologica ma una legittima valutazione degli esponenti di Iv locale sulla collocazione che Toti ha deciso per accreditarsi con la Meloni. Il termovalorizzatore invece è una infrastruttura che serve a Genova e mi fa specie che a opporsi sia Azione. D’altronde più che azione è una corrente del Pd. Anzi uno spin off». 

Non proprio una carezza per la segretaria ligure Cristina Lodi, ex Pd come Paita. Ma come si comporterà Italia viva alle prossime elezioni europee? Avrà candidati liguri?

«Queste elezioni sono importanti perché abbiamo bisogno di una Europa più protagonista e forte nello scenario mondiale. - risponde Paita, sulla linea di Renzi - E solo i riformisti possono dare questa scossa al disegno europeo. Pertanto Italia viva ci sarà e lavora per l’unita dei riformisti. Matteo Renzi sarà in campo nel Nord ovest e ovviamente ci saranno anche candidature liguri»

Mentre il giudizio sul governo vira sul negativo:

«Meloni ha atteggiamenti scomposti e nervosi. Grida a improbabili complotti e ricatti. La presidente del consiglio avrebbe il dovere di chiarire con un atto di trasparenza a cosa allude. La mia opinione è che stia cercando di mascherare maldestramente l’aumento delle tasse sulla casa, dei pedaggi in autostrada, i tagli a servizi sociali e sanitari, l’aumento del costo della vita che sta strozzando gli italiani».