parlamento

Paita: ll premierato? Serve il ballottaggio e il tetto ai mandati dell'eletto

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

L'intervista a Raffaella Paita per il Dubbio di Giacomo Puletti

La coordinatrice nazionale di Italia Viva, Raffaella Paita, spiega che «più che quello che c'è, il problema del ddl del governo è quello che manca», cioè «il ballottaggio, il tetto ai mandati, il monocameralismo» e dice che «un altro problema di questa proposta è la mancanza della possibilità per il premier di rimuovere i ministri». Senatrice Paita, il ddl di riforma costituzionale approvato in Cdm prevede l'elezione diretta del premier, una norma cosiddetta "antiribaltone", un premio di maggioranza al 55% e l'abolizione dei senatori a vita. Cosa condividete e cosa no?

Naturalmente siamo d'accordo sull'elezione diretta del premier. Una riforma che avvicina i cittadini alle istituzioni e favorisce la stabilità dei governi. Il Sindaco d'Italia era la nostra proposta fin dalle elezioni del settembre scorso e su di essa abbiamo chiesto il voto agli italiani, anche se qualcun altro sembra esserselo dimenticato. E siamo soddisfatti che Giorgia Meloni abbia abbandonato l'idea irrealizzabile del presidenzialismo, e si sia avvicinata alle nostre posizioni. Dopodiché il voto di Italia Viva non è scontato, anzi. La norma antiribaltone ad esempio non ci convince. Più che quello che c'è, il problema del ddl del governo è quello che manca: il ballottaggio, il tetto ai mandati, il monocameralismo. È indispensabile fare chiarezza su questi punti, che sono fondamentali per tenere in equilibrio una riforma che deve essere coerente e non pasticciata. Presenteremo i nostri emendamenti e vedremo.

In maggioranza si parla già di modificare qualcosa, prima su tutte la norma che impedisce di tornare subito al voto in caso di caduta del premier eletto, appunto cosiddetta "antiribaltone": pensa che su questo punto si possa raggiungere un compromesso tra maggioranza e opposizione?

Noi siamo una opposizione responsabile e non pregiudiziale, siamo disponibili a confrontarci. Le regole si scrivono tutti assieme e noi non faremo mai ciò che hanno fatto le altre opposizioni con noi danneggiando il Paese. Le nostre istituzioni hanno bisogno sicuramente di un rinnovamento e il modello dei sindaci è quello che ha dimostrato di funzionare meglio, garantendo amministrazioni comunali stabili e vicine ai cittadini. Non a caso c'è depositato al Senato il nostro disegno di legge a prima firma Renzi che riprende proprio quel modello. I segnali preoccupanti che arrivano dalle urne, sempre più disertate dai cittadini, ci devono spingere a intervenire. Si tenta da oltre 30 anni di avviare e portare a casa una riforma dell'assetto istituzionale della Costituzione ma i vari tentativi, tra cui quello del 2016, si sono tutti scontrati con un atteggiamento ideologico e una logica di contrapposizione. Questa potrebbe essere la volta buona, ma occorre arrivare ad un testo ben scritto. Nel merito, se il presidente del Consiglio eletto direttamente dai cittadini cade, secondo noi la parola deve tornare agli elettori. Semplice e chiaro.

Riguardo ai poteri del capo dello Stato, si parla di un Colle che diventa notaio e non più arbitro, con poteri diminuiti: qual è la posizione di Iv sul punto?

Con il premierato il presidente della Repubblica rimane arbitro, con tutte le sue prerogative: mantiene i poteri di nomina, resta garante della Costituzione, ha un ruolo fondamentale di garanzia e incarna l'unità nazionale. Non potrà più indicare il presidente del Consiglio (in prima battuta), ma il suo ruolo di garanzia è intatto. Per noi Sergio Mattarella, in caso di approvazione di questa riforma, dovrà assolutamente restare al Quirinale. Siamo fieri e orgogliosi di averlo voluto presidente della Repubblica e di averlo votato per due volte.

Poco fa ha parlato di Sindaco d'Italia, ma il testo Meloni-Casellati non è esattamente su questa linea: siete pronti a rilanciare e a votare un premierato forte?

È prevista l'elezione diretta del premier che è il succo della proposta del sindaco d'Italia. È chiaro poi come ho già detto che servono correzioni, il testo non può restare così come è e serve un ampio dibattito parlamentare per arrivare ad un testo condiviso, per quanto possibile. Un altro problema di questa proposta è la mancanza della possibilità per il premier di rimuovere i ministri. Checché ne dica Giorgia Meloni, oggi l'unico modo per sostituire un ministro è attraverso una mozione di sfiducia individuale da votare in Parlamento. Il potere di revoca è fondamentale per dare peso e valore al voto dei cittadini.

Su salario minimo, sanità e ora anche sulla commissione Covid Iv ha una posizione diversa rispetto al resto delle opposizioni: sulla riforma costituzionale riuscirete a dialogare e avere una linea comune con Pd, M5S, Avs e Azione?

Noi siamo la sola opposizione non ideologica: dialoghiamo con tutti sui temi senza prestarci a inciuci, come invece fanno altri. Non scambiamo sottobanco accordi sulla Rai con altro e soprattutto non abbiamo paura. Quella che invece ha chi non vuole fare chiarezza sul Covid. È veramente imbarazzante e preoccupante dire no alla Commissione di inchiesta su quello che non ha funzionato nella gestione dell'emergenza. Sulle riforme restiamo aperti al dialogo ma vedo nelle altre opposizioni un atteggiamento pregiudizialmente contrario. Ormai faccio fatica a trovare differenze tra le posizioni di Calenda, Conte e Schlein. Siamo all'opposizione di Meloni e del Campo Largo.

A proposito di Calenda, l'accordo con Azione per la separazione dei gruppi al Senato vi soddisfa? E si arriverà a un accordo simile anche alla Camera?

Calenda ha sfasciato tutto. Ormai è a rimorchio di Schlein e Conte, vota contro la commissione Covid al Senato dopo che Azione ha detto sì alla Camera, rinnega il Sindaco d'Italia che era nel programma elettorale comune, ha più volte ripetuto che con Italia Viva non ha nessuna intenzione di presentarsi alle elezioni Europee in liste comuni, e quindi è giusto lasciarci senza rimorsi. La soluzione trovata al Senato è soddisfacente perché ci rende liberi con il nostro nome e la nostra agenda. Alla Camera allo stesso modo saremo separati, vedremo le modalità.