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Paita: "Con Sansa niente da spartire. In Liguria candidiamo Massardo"

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Estratto dell'intervista di Giovanna Casadio, "la Repubblica", 17 luglio 2020.

“Abbiamo chiesto ad Aristide Massardo di candidarsi per Italia Viva, in un ticket con Elisa Serafini”. Raffaella Paita, la renziana che sta seguendo la partita delle regionali in Liguria, non lascia margini per un sostegno unitario del centrosinistra a Ferruccio Sansa.

Italia Viva piuttosto pesca uno dei nomi, Massardo, che gli stessi 5Stelle avevano messo sul tavolo della trattativa con il Pd nella sfida a Giovanni Toti e al centrodestra.

Paita, il candidato governatore di Pd e 5Stelle, Ferruccio Sansa le ha telefonato. Ha cercato di convincere in corner voi renziani ad appoggiarlo?
“È stata una telefonata cordiale, ma i nostri punti di vista sono inconciliabili. Gliel’ho detto con franchezza. Nella sua ultima intervista, Sansa dice che la Gronda, il progetto infrastrutturale più importante della Regione Liguria e di Genova, l’opera in grado di sgravare il traffico del porto di Genova – che è il primo porto italiano -, l’opera che servirebbe a evitare le code autostradali da Sarzana a Ventimiglia, può essere ridiscussa”.

Una ipotesi che Italia Viva boccia?
“Sostiene Sansa che potrebbe essere realizzata quell’opera solo nel tratto della A7 e, appunto, rivisto il progetto. Ma significherebbe costruire viadotti che finiscono in mezzo al monte. Un non-senso tecnico. Inoltre il progetto è uno, con 4 miliardi di investimenti previsti. Non possiamo permetterci di mettere in forse nulla, a fronte di migliaia di posti di lavoro che si realizzerebbero e del rilancio dell’economia in una regione che è stata martoriata dal Covid e che paga lo scotto di un deficit infrastrutturale storico”.

Comunque Pd e 5Stelle sembrano avere trovato un accordo. O lei pensa che ci siano ancora margini di incertezza per la candidatura di Sansa dopo le discussioni tra Grillo-Di Maio e Crimi?
“Ho appreso delle perplessità in casa 5Stelle. Ma quello che osservo è soprattutto la 'grillinizzazione' del Pd. La sintesi trovata tra dem e 5Stelle è molto sbilanciata e a me, che ho fatto parte del Pd, pare che il partito di Zingaretti si sia piegato a una visione populista. In un territorio piccolo sì, ma con una vocazione industriale nazionale – qui c’è l’ex Ilva, la grande cantieristica, il Porto – la questione di tenere insieme impresa e lavoro, ambiente e lavoro è la sfida vera. Invece si procede con la logica 'non nel mio giardino' e nel nome della decrescita felice. È antitetico alla cultura di questa regione laboriosa. Mi chiedo inoltre se i riformisti, che ancora ci sono nel Pd, si sentono in imbarazzo”.

Chi lo desidera, può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.