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Paita: Bene cancellare le norme di Bonafede. Sul garantismo siamo pronti al dialogo

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colloquio con Raffaella Paita di Francesco Boezi

 

Il capogruppo Raffaella Paita esulta per l'approvazione dell'Odg del Terzo polo sulla prescrizione sostanziale.

La prescrizione torna al pre-Bonafede. I 5S attaccano la «nuova maggioranza». In realtà sembra solo buon senso...

«Cancellare i provvedimenti di Bonafede è l'unica forma di cancel culture che approvo: è stato un pessimo ministro, incompetente e manettaro. La sua riforma rendeva eterni imputati: uno scempio delle garanzie costituzionali. Benissimo quindi il ritorno alla vecchia normativa, che arriverà - e mi auguro che alle promesse corrispondano i fatti - fra l'altro grazie a un nostro ordine del giorno, a prima firma Costa».

Ieri la Meloni ha definito prioritaria la riforma della Giustizia. Un altro passaggio in cui ci si aspetta un dialogo tra centrodestra e Tp.

«La giustizia è un'emergenza democratica. Noi siamo pronti al dialogo, il mio timore è che la parte giustizialista di Fdi e della Lega, non dissimile in questo dai 5Stelle, possa inquinarla. Tanti sono gli aspetti da cambiare, due su tutti: legare la carriera dei magistrati al merito e non alle correnti e affermare il principio che chi sbaglia deve pagare. I magistrati sono l'unica categoria a non rispondere mai dei propri errori. Eppure quegli errori sono ferite impresse nella carne viva delle persone».

Anche sull'utilizzo delle intercettazioni pare vi sia un consenso trasversale.

«Le intercettazioni, da strumento di indagine, sono diventate un totem, senza che si tenga conto che a volte sono decontestualizzate. Troppo spesso poi materiale coperto da segreto o concernente aspetti privati è finito in pasto ai giornali. Bene quindi l'azione di Nordio sul tema».

Insomma, Nordio è un ministro in cui vi riconoscete.

«Noi siamo liberali, riformisti e garantisti: Nordio esprime esattamente le nostre stesse posizioni sulla giustizia».

Però lei ritiene che questa manovra indebolisca il Paese in Europa.

«In questa legge di bilancio manca un'idea di Paese. Io dalla destra mi sarei aspettata interventi seri su fisco, burocrazia e spesa pubblica. Riformare la burocrazia, semplificarla, è un passaggio essenziale per spendere i fondi del Pnrr. Mi sarei aspettata un'attenzione totale alla classe media che invece è stata dimenticata totalmente nella manovra. E poi mancano fondi sulla sanità: hanno rinunciato ai soldi del Mes, come pensano di risolvere il problema delle liste d'attesa? È disumano che una donna debba aspettare mesi per una mammografia. Ho criticato i governi Berlusconi ma devo dire che un governo trainato da un centro forte era una cosa, trainato dalla destra sovranista tutt'altra».

Anche sull'Ilva lei ha avuto da ridire, e parecchio.

«Ho chiesto che il ministro Urso venga a riferire in aula su Ilva: è inaccettabile che si stanzi altro denaro senza parallelamente predisporre un piano industriale. Vorrei che il ministro lo illustrasse al parlamento. Parliamo di posti di lavoro e di un comparto essenziale per l'economia di un paese industrializzato».