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Paita: Autostrade, ora possibili maggiori controlli sulla manutenzione. Salvini non ci ha aiutati

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L`intervista a Raffaella Paita per “La Repubblica” di Aldo Fontanarosa

 

 

ROMA - In autostrada, più sicuri. Sembra una pubblicità. E' invece l'obiettivo reale e concreto che la senatrice Raffaella Paita cerca di raggiungere con una sua iniziativa. La senatrice, che guida il gruppo di Azione-Italia Viva a Palazzo Madama, ha depositato un emendamento al decreto Milleproroghe, poi approvato da tutte le forze politiche. 

L'emendamento impone ai concessionari autostradali di giocare a carte scoperte. Questi concessionari - che hanno in mano un bene pubblico molto importante per la nostra vita quotidiana e l'economia - dovranno "trasmettere annualmente i rispettivi piani economico-finanziari alle competenti Commissioni parlamentari".

"In questo modo - spiega Paita - potremo vigilare meglio sugli investimenti per la rete e sulla manutenzione. Sono felice - aggiunge - che tutte le forze politiche abbiano sostenuto e votato la mia proposta. Grata al ministro per i Rapporti con il Parlamento per la lealtà. Preoccupata e delusa per le resistenze che ho percepito altrove, in particolare al ministero dei Trasporti"

 

Senatrice Paita: perché ha presentato questo emendamento?
"In Italia la concessione di un bene pubblico si trasforma, in buona sostanza, in una cessione di proprietà. E i concessionari, di fatto i nuovi proprietari del bene, studiano degli investimenti che diventano anche reali, qualche volta. In tanti casi invece andrebbero poi visti, verificati, accertati sul campo".

Nel suo atto di accusa contro i concessionari...
"Mi perdoni: io non accuso né demonizzo nessuno. La mia è un'iniziativa propositiva, che ho avanzato nell'interesse delle persone e delle aziende. In questo Paese, ricordiamocelo sempre, è caduto il Ponte Morandi. In questo Paese, ogni anno, le tariffe autostradali aumentano in modo significativo. E' doveroso, dunque, rafforzare il potere di verifica del Parlamento su investimenti e manutenzioni, e la trasparenza degli atti".

I ministri dei Trasporti Danilo Toninelli (2018-2019) e Matteo Salvini, oggi in carica, hanno fatto qualcosa in questo senso?
"Hanno certamente annunciato un consolidamento della funzione di controllo che è in capo al ministero. Ma niente di incisivo è stato fatto da Toninelli, niente di incisivo sta facendo adesso Salvini. Per questo il ministero versa ormai in una condizione di debolezza strutturale".

Questa sua iniziativa può facilitare il lavoro del ministero e dello stesso Salvini.
"Non penso che Matteo Salvini ne sia così convinto. Durante i lavori parlamentari, mi dispiace, ma il suo appoggio all'iniziativa non l'ho percepito".

Come se lo spiega?
"Primo: il ministero dei Trasporti è oggi più fragile. Ci sono strutture interne al ministero chiamate a verificare la corrispondenza tra gli aumenti tariffari, che noi paghiamo, e gli investimenti dei concessionari  nella qualità del servizio e nella sua sicurezza. Ma queste strutture non sono state rafforzate, consolidate. E forse oggi sono timorose di tornare in campo con poche forze e scarsi mezzi".

E secondo motivo?
"Lo abbiamo visto tutti. In questi anni, i concessionari hanno fatto la voce grossa, alzando sempre più i toni delle loro argomentazioni. Alla fine hanno conquistato un ruolo che va molto al di là del giusto. Ma lei -  mi scusi - li sfoglia i giornali?".

Ogni giorno.
"Avrà notato quante volte i concessionari autostradali, con annunci pubblici, danno notizia della revoca di gare sulle manutenzioni. Ma davvero quei lavori, di colpo revocati, non servivano più? Davvero non è urgente e necessario mettere in sicurezza le autostrade, i loro ponti, le gallerie?".

Questa lite tra la famiglia Toto e lo Stato sulle A24 e la A25, ad esempio. Non teme si sia perso di vista il tema della sicurezza delle autostrade che portano dal Lazio all'Abruzzo?
"Sono preoccupata. Stiamo chiedendo dati e documenti sugli investimenti in queste due arterie. Come parlamentari di opposizione, purtroppo non disponiamo di tutti gli elementi di valutazione. Ma insisteremo, tenendo il punto".

La sua iniziativa parlamentare è il tassello di un mosaico più ampio. Che cos'altro bisogna fare?
"Bisogna battere il territorio, palmo a palmo. Esaminare, verificare ogni opera. Nessuno lo sa, ma la Liguria - la mia regione di origine - ha il 17% di tutte le gallerie d'Europa. In che condizioni versano? Bisogna valutare ogni viadotto. Soprattutto bisogna realizzare nuove infrastrutture. Io vengo da una cultura fortemente improntata alla crescita. Per me le infrastrutture non sono il male, al contrario".

Una cosa, almeno, la avvicina a Salvini. Anche lei vuole il Ponte di Messina.
"Potrebbe diventare un'opera simbolo della rinascita del Paese, a patto di collocarla nel corridoio di collegamenti scandinavo-mediterraneo. Il profilo tecnico del ponte: quello è acquisito. I tecnici del ministero puntano ormai a una costruzione a più campate. Ci sono i presupposti economici, tecnici e politici per avviarne la realizzazione".

Quindi Azione-Italia Viva e la maggioranza di centrodestra, a braccetto, daranno il via libera a nuove grandi opere.
"Il problema è che loro sono bravissimi a fare comunicati stampa. Fare un'opera, un'infrastruttura per lo sviluppo economico del Paese è tutta un'altra cosa".