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Paita: Assurdo rompere per la Leopolda

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L'intervista a Raffaella Paita per "Libero" di Elisa Calessi

Senatrice Raffaella Paita, ci spiega il vero motivo per cui il Terzo Polo è morto? Questione di carattere, di progetti alternativi, di soldi, di Leopolda. Cosa?

«Nel dire che è morto userei pru- denza. Non c’è alcun motivo politico, nessuna questione di linea che giusti- fichi questa rottura. Si tratta di una scelta sbagliata che ho auspicato fino all’ultimo si evitasse. La Leopolda è un grande evento di partecipazione politica di cui non si può avere timore, le spese erano divise al 50%, i congressi nel territorio sono un dovere se vogliamo un partito dall’impronta democratica, forte e radicato. Non si sfascia tutto per questo. Io non ho capito perché Calenda ha voluto quest’esito ma non mi stanco di chiedergli di rifletterci ancora e di riprendere il dialogo».

Da Azione si dice che il progetto è naufragato perché Calenda ha capito che Renzi voleva fregarlo. Dica la verità: se il Terzo Polo alle Europee fosse andato male, ognuno sarebbe andato per la sua strada?

«Matteo Renzi è stato generoso facendo un passo di lato. Questi sono i fatti. E Il Terzo Polo ha uno spazio nitido davan- ti a sé con una destra sempre più sovranista e un Pd schiacciato sulle posizioni populiste di Schlein. E alle europee con il voto proporzionale e l’ancoraggio a Renew Europe sarebbe risultato evidente. Questa è politica e io penso che la politica debba prevalere su tutto, sempre, anche sulle incomprensioni personali».

È vero che ora Italia Viva guarderà all’eredità di Forza Italia?

«Forza Italia è Berlusconi, a cui va tutto il nostro affetto in questo momento difficile. Anzi, mi lasci dire che non vedo l’ora di rivederlo in Senato! Poi certo, che ci siano dei punti di in- contro fra le nostre posizioni, penso per esempio ad una giustizia garantista, è naturale: riformisti, popolari, liberali, si posizionano al centro».

Calenda si è lamentato degli attacchi continui e personali a lui. Perché lo avete attaccato?

«Ma scherza? Io ci ho lavorato assieme per mesi come capogruppo e ne sono contenta. Mai un attacco. Mai una mancanza di rispetto. E continue- rò a collaborare e rispettare. Alle veli- ne non credo, anche perché ce ne so- no state in tutte le direzioni. Ovvio poi che qualcuno possa reagire di fronte ad attacchi gratuiti, siamo umani».

L’altro elemento che ha fatto infuriare il leader di Azione è la scelta di Renzi di dirigere il Riformista. Doveva proprio Renzi?

«Come dicevo, Renzi ha fatto un passo di lato per favorire la leadership di Calenda. Carlo aveva augurato buon lavoro a Matteo per la guida delRiformista che non c’entra nulla con il Terzo Polo. Io sto ai fatti».

Si poteva evitare questo finale?

«Si può ancora evitare. Basta fermarsi un attimo e rispondere a tre domande: c’è bisogno dei riformisti in questo Paese? È più ciò che ci unisce o ciò che ci divide? Siamo orgogliosi o no del lavoro fatto finora in termini di proposte nelle assemblee elettive? A tutte queste domande la risposta è affermativa».

Con due partiti al centro, rischiate di non eleggere nessuno alle Europee. Non è un suicidio?

«Il rischio di perdere un’occasione è concreto».

Quale sarà il futuro di Iv?

«Di certo non rinuncerà a costruire una casa grande di tutti i riformisti perché è il Paese a chiederci di essere in campo in un progetto alternativo al sovranismo di destra e al populismo di sinistra. Ci auguriamo che siano in tanti a credere e ad investire su questa idea e non rinuncio a pensare che ci sia anche Azione».