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Paita: Altro che El Dorado, è una manovrina. Unico segnale è il nostro sulle donne

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L'intervista a Raffaella Paita per Avvenire di Matteo Marcelli

Perla capogruppo di Iv al Senato, Raffaella Paita, più che una manovra, quella messa in campo dal governo è «una manovrina», specie se paragonata «all`"El Dorado" promesso dalla premier in campagna elettorale».

Senatrice, cosa non la convince?

Si fa prima a dire co sa non c`è: a partire dal tanto promesso taglio delle tasse che avrebbe potuto aiutare tante famiglie in difficoltà. Alla sanità sono state lasciate le briciole, mentre servirebbe un intervento importante per ridurre le liste d`attesa. Il tira e molla sulle p ensioni di medici e infermieri ha rotto il rapporto fiduciario con il personale sanitario. Senza contare la "legge Fomero": i partiti della destra, Lega intesta, avevano promesso di abolirla, l`hanno rafforzata. Vogliamo parlare del sostegno alla natalità? Mi sembra che il governo pensi alle famiglie solo a parole.

C`è però il successo sui fondi per il contrasto alla violenza sulle donne. Un buon risultato, no?

Un risultato importante, un bel segnale al Paese. I 40 milioni sono un inizio. Se le opposizioni non avessero deciso di usare così il fondo parlamentare, in questa manovra non ci sarebbero state risorse per il contrasto alla violenza di genere. Semplicemente perché il governo non le ha messe e la maggioranza ha scelto di usare le proprie per norme lo calistiche. È chiaro che 100 milioni invece di 40 avrebbero fatto la differenza.

A questo proposito, secondo lei perché Calenda ha attribuito a Gehnini il merito di aver federato le opposizioni?

È un fatto di cui ci siamo dispiaciuti molto: la collega Gelmini non è membro della commissione Bilancio e non ha partecipato alle riunioni con le opposizioni, e quindi è paradossale averle intestato quel molo. È stato spiacevole.

Veniamo al Mes: come giudica l`atteggiamento del governo, i continui rinvii? E qual è la vostra posizione?

Dovranno firmarlo e sarà l`ennesima giravolta di Meloni. La polemica sul Mes è solo ideologica: firmare il trattato non significa utilizzare il fondo, ma dare un segnale di serietà e autorevolezza all`Europa. Il tentativo del governo di scambiare la ratifica del Mes con condizioni più favorevoli sul patto di stabilità non ha portato vantaggi all`Italia. Questo balletto serve solo a fini elettorali, a far vedere che si è fatto qualcosa di "sovranista`:

Le piace la proposta sul premierato? In fondo anche Iv vuole questo modello.

Il sindaco d`Italia era nel programma del Terzo Polo e l`idea di un esecutivo maggiormente legittimato dal voto popolare, e più stabile, è sempre stata quella maggioritaria fra i riformisti. Dopodiché, la proposta Casellati è p asticciata ma siamo disposti a dialogare. A chi cerca di tirare in mezzo il Quirinale, ricordo che anche la sfiducia costruttiva che propongono le altre opposizioni riduce i poteri del presidente della Repubblica.

Veniamo alle Europee, ci sono alleanze in vista? Sarà difficile superare lo sbarramento da soli.

Noi partiamo dai temi più che dai partiti: siamo per gli Stati Uniti d`Europa, siamo per l`elezione diretta del presidente del Consiglio europeo, siamo per eliminare il diritto di veto, che fa sì che pochi decidano per molti. Un principio egoistico che indebolisce l`Europa. Pensiamo che sia assurdo che i partiti che si riconoscono in questo progetto non corrano insieme, pur nelle singole differenze.

Qual'è il vostro elettorato di riferimento, su chi puntate?

Il nostro elettorato è quello centrista, deluso dallo spostamento a sinistra del Pd e a destra di Forza Italia. È cattolico, popolare, liberale, europeista; in una paro la, è riformista. È il ceto medio tradito dalla destra.