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Nobili: "ITA va privatizzata adesso"

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L'intervista su "MF", 19 agosto 2022.

La cessione di Ita à alle battute finali: lunedì 22 agosto sono attese le offerte definitive da parte della cordata Msc Lufthansa e del fondo Certares. Nessuno stop alla tabella di marcia, dunque, nonostante la posizione contraria di Fratelli d'Italia che continua a chiedere di congelare il dossier fino al voto. A favore della privatizzazione immediata si schiera Luciano Nobili, deputato di Italia Viva, capogruppo Della commissione Trasporti della Camera e relatore del piano della nuova compagnia.

Lo slittamento nell'iter di cessione ha catapultato Ita nella campagna elettorale. Perché è un tema così divisivo?
Ita soffre di un male tutto italiano, legato a retaggi di statalismo e conservazione di sacche di potenziale consenso. Alitalia prima, e Ita oggi, rappresentano il paradigma di questa stortura inaccettabile, per la quale si preferisce mantenere in vita carrozzoni pubblici decotti.

Fdi sostiene che la decisione debba prenderla il nuovo governo per tutelare gli interessi degli italiani.
Meloni dice anche "non giudicatemi per le frasi su Mussolini ma sui temi". Bene, nemmeno io credo a un reale pericolo fascista. Esaminiamo questo tema allora: la vecchia Alitalia è costata ai contribuenti ben oltre 10 miliardi di euro. Ora, grazie al governo Draghi, Ita è a un passo dalla privatizzazione e potrà tornare competitiva senza gravare più sulle casse pubbliche. Perché si vuole impedirlo se si ha a cuore l'interesse degli italiani?

Chi si oppone alla vendita parla di tutela dell'italianità.
Questo tipo di difesa dell'italianità denuncia piuttosto un pregiudizio di stampo statalista e anti-europeo. Rispondendo nel merito, i governi francese e tedesco detengono quote minoritarie in Air France e Lufthansa, ben al di sotto del 20% che lo Stato italiano manterrebbe in Ita. In più, Msc, qualora il Mef facesse questa scelta, è un colosso crocieristico globale ma fa capo alla famiglia Aponte che è italiana. Aggiungo che governo e parlamento vigileranno anche in futuro sulla tutela occupazionale. Quindi davvero non vedo minacce agli interessi nazionali dalla vendita. Al contrario, se Ita restasse a carico dei contribuenti, già gravati dall'inflazione e dai rincari dell'energia, allora sì che si farebbe un danno agli italiani. Non c'è il pericolo fascismo, ma c'è un pericolo di tenuta economica.

Ma ci sono i tempi per chiudere l'operazione prima del voto?
Intanto ribadisco che il governo Draghi è assolutamente titolato ad andare avanti. Ricordiamo che il dpcm che autorizza l'operazione risale al 2 marzo scorso, quando questo esecutivo era pienamente in carica. Ora si deve fare di tutto per concludere bene e senza ritardi. Oggi c'è una grande opportunità perché la compagnia possa stare sul mercato con partner solidi. Non si può pensare di sprecarla, mandando in fumo l'ottimo lavoro del management di Ita. Se dovesse sfumare questa occasione, lasciando cadere le offerte, scordiamoci che la compagnia possa sopravvivere da sola. È stata creata snella, sostenibile, libera dalle zavorre della vecchia Alitalia. Non si può pensare di lasciarla a terra.