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Nobili: "Il campo largo è solo un'accozzaglia. Il termovalorizzatore un'urgenza assoluta"

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Intervista di L.D.A., "la Repubblica - Roma", 11 ottobre 2022.

Un «no» secco al campo largo, alla prospettiva di «un'accozzaglia messa insieme solo per vincere e poi non in grado di governare». La sentenza che con tutta probabilità mette fine alle voci di un possibile bis dell'alleanza tra Pd, 5S e forze del Terzo Polo alle prossime Regionali, è del renziano Luciano Nobili. Ormai ex deputato, non rieletto, il coordinatore dí Italia Viva nel Lazio non ci gira troppo attorno: «I grillini hanno danneggiato Roma con Raggi. Lo hanno rifatto in Regione non modificando il piano rifiuti per inserire il tennovalorizzatore, costringendo il governo a dare í poteri speciali al sindaco Gualtieri. Come se non bastasse, proprio sul termovalorizzatore hanno fatto cadere Draghi. Cosa abbiamo in comune con chi ha fatto tutto questo? Molto poco. Se non nulla».

Seguendo il suo ragionamento, il Terzo Polo si candida a diventare l'ago della bilancia nel Lazio.
«Non abbiamo l'ambizione di esserlo. Vogliamo essere centrali, ma non equidistanti. Siamo lontani da sovranisti e populisti, sia chiaro. A livello nazionale faremo la nostra parte per le imprese e le famiglie».

E in Regione?
«Il Pnrr, gli impianti peri rifiuti, il rilancio della sanità sul modello di quello che è stato fatto per il Covid. Vogliamo capire quali progetti ha il Pd su questi temi. Che intenzioni ha? Una collaborazione si può studiare solo sulla base di una piattaforma politica coerente e riformista».

E il campo largo che fine farà?
«Nel Lazio abbiamo fatto parte dell'esperienza Zingaretti fino alla fine, tra luci e ombre. Come dicevo, basta pensare al termovalorizzatore di Roma. È una necessità ineludibile. Era nel nostro programma quando abbiamo supportato la candidatura di Calenda a sindaco e siamo felici che Gualtieri abbia recepito il nostro invito. Poi, però, bisogna chiedersi come il MSS, peraltro alle Amministrative sempre più debole che a livello nazionale, abbia fatto cadere il governo Draghi proprio sul termovalorizzatore».

La chiusura fin qui è solo nei confronti dei 55.
«E non è ideologica. Il Pd decida cosa costruire nel Lazio. Noi non svendiamo le nostre idee sull'altare di un'accozzaglia messa insieme non per governare ma solo per vincere».

Il nome su cui convergere può essere quello dell'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato? Calenda lo ha elogiato più volte.
«Ha fatto un ottimo lavoro sul Covid. Ma non parlerei di nomi, quanto di un programma serio. Anche perché per Roma il futuro potrebbe farsi fosco. C'è stato un anno difficile e ora c'è la possibilità del rilancio con i fondi del Giubileo, del Pnrr e la candidatura a Expo. Non si può sbagliare. Mi auguro che il governo Meloni non sia nemico. Ma Roma rischia lo stesso un'altra involuzione. Non possiamo permettercelo».

Quindi? È un'offerta di alleanza?
«Valutiamo i presupposti. Se ci sono, va bene. Altrimenti li cerchino con Conte, assieme a chi ha bloccato tutti i ragionamenti sulle cose da fare».

Lei che farà? Si candiderà?
«Il risultato del Terzo Polo, che mi augurò procederà compatto da qui in avanti, è stato ottimo. Ma non sufficiente per la mia rielezione. Continuerò a fare politica, si può fare anche fuori dalle istituzioni».