L'appello al voto del parlamentare Iv, in vista delle elezioni amministrative nella Capitale, 1 ottobre 2021.
“Roma non è stata costruita in un giorno” recita un vecchio adagio, ma cinque anni di disastri come quelli che lascia alle sue spalle Virginia Raggi e l’amministrazione M5S metterebbero a dura prova la resilienza di qualsiasi città.
Se poi siamo onesti fino in fondo, sappiamo che, al netto dell’incapacità grillina, sono ormai quasi 13 anni che Roma vive una stagione di pressoché ininterrotto declino. E questo è grave perché la Capitale d’Italia non è condannata al degrado e ai rifiuti, ai cinghiali e alle inefficienze, ai fallimenti e alle occasioni mancate, ai servizi peggiori e alle tasse più alte del Paese. In altre stagioni, Roma è stata capace di essere grande, di trasformarsi, di cogliere le opportunità, di essere presa ad esempio.
Una capacità che servirebbe a maggior ragione nel tempo di oggi, quello delle smart cities, nel secolo in cui la competizione globale, sugli investimenti pubblici e privati, sulle soluzioni post pandemia nelle aree urbane, sulla transizione ecologica e su quella digitale, avviene tra le grandi città prima che tra gli Stati. Solo cosi si può affrontare l’ordinario - dai trasporti alla raccolta dei rifiuti, dalla manutenzione delle strade e del verde al decoro urbano, la grande scommessa e il grande fallimento grillino - allo straordinario che per una Capitale internazionale e un giacimento infinito di bellezza come Roma è un’ambizione indispensabile. Al contrario delle rinunce indecenti di questi anni, a partire dalle Olimpiadi 2024 che renderanno ancora più bella ed efficiente Parigi e che restano una ferita.
E allora la ripartenza della Capitale, dopo anni di disastri e bugie, il recupero dell’orgoglio dei romani, è una sfida nazionale: la partita delle vita per chi ama Roma. Una possibile road map di ripartenza c’è già, basata su due pilastri, su due grandi occasioni di rinascita e sviluppo: il Giubileo del 2025 e la candidatura ad ospitare Expo 2030, nel ricordo di ciò che il Giubileo del 2000 ha rappresentato per Roma e Expo 2015 per Milano, sotto la guida di Matteo Renzi e Beppe Sala.
Per farcela, però, serve il coraggio della verità, la rottura di filiere e consociativismi che hanno impaludato Roma e un sindaco che possa offrire visione, esperienza, competenza, capacità manageriali. La persona giusta per questo lavoro, il migliore tra i candidati, l’unico davvero libero di riformare profondamente la macchina amministrativa e le aziende del Comune, è Carlo Calenda, che da ormai un anno è impegnato in un lavoro profondo e rigoroso, di analisi, di studio, di risposta ai problemi.
Per questo come Italia Viva abbiamo scelto di sostenerlo sin dall’inizio e di accompagnarlo in questa avventura, fianco a fianco, con l’impegno di tanti nostri straordinari candidati nella lista Calenda Sindaco all’assemblea capitolina e ai municipi. Dare forza a loro significa far pesare le nostre idee e al futuro di Roma.
In questo senso chiedo agli amici residenti a Roma l’impegno a votare per Calenda sindaco esprimendo le due preferenze sulla scheda azzurra per Valerio CASINI e Francesca LEONCINI.
Perché sono due amministratori che hanno dimostrato grandi capacità (come assessori alle attività produttive rispettivamente nel secondo e nel terzo municipio in questi anni difficili), perché hanno sempre condiviso e seguito con coraggio le sfide lanciate da Matteo Renzi, perché possono portare - insieme a Calenda - in Campidoglio, dopo i disastri dell’”uno vale uno”, la rivoluzione della competenza.
Cambiamo Roma, insieme.