parlamento

Naike Gruppioni e l'addio a Calenda: "Ho provato a spiegarglielo, ma con lui non si parla: devi solo ascoltare"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Naike Gruppioni e l’addio a Calenda: “Ho provato a spiegarglielo, ma con lui non si parla: devi solo ascoltare”
di Antonio Fraschilla

Alle accuse dei colleghi di Azione la deputata risponde:

"Ho deciso dopo sette mesi di riflessione durante i quali hanno fiutato il confronto. Renzi? Competente ed esperto, lavora per la casa dei riformisti. Carlo invece lavora per casa sua"

Onorevole Naike Gruppioni, ma almeno una telefonata la poteva fare a Carlo Calenda per dire che lasciava Azione per andare da Matteo Renzi.

"Sorrido per la domanda. Carlo è stato avvertito e la nostra comunicazione è proporzionata al rapporto che abbiamo. Non è stato sorpreso come racconta, perché questa decisione è frutto di una lunga parlare di Calenda è difficile. Di solito lui parla e tu devi ascoltare. Ho provato a comunicare con lui in questi sette mesi ma non ci sono riuscita molto bene".

Ma davvero Renzi lo trova più affidabile?


"Renzi è un politico competente ed esperto, lavora per una casa dei riformisti che è il progetto per il quale sono entrata in politica. Io vengo dal mondo delle imprese. Calenda oggi lavora per casa Calenda". 

Lei pensa che con Renzi avrà più dialogo e opportunità di vero confronto?

"Renzi è aperto al dialogo e confronto con tutti e spero che Calenda rifletta su ciò che sta accadendo e insieme trovino la soluzione per lavorare nuovamente sul progetto del Terzo Polo".

Ma Calenda non l'ha avvisata quando ha annunciato la rottura con Renzi? 

"L'abbiamo saputo da un tweet mentre stavamo lavorando alla Camera. Oltre a non passare dall'assemblea nazionale". 

Renzi ha detto che lei non ha bisogno dell'armocromista come Schlein perché il suo colore preferito è il blu delle tute degli operai. Però lei è la patron della fabbrica Gruppioni no?

"Io sono abituata a lavorare dentro la fabbrica, non a stare a stare in ufficio. Quello che posso dare alla politica è frutto della mia preparazione ed esperienza: ho lavorato in fonderia e conosco i processi produttivi industriali dal vivo. Io voglio contribuire a creare una politica aderente alla realtà che riconosca la criticità e le priorità con le quali affrontare i problemi e cercare di trovare soluzioni".

Il senatore di Azione Marco Lombardo dice che lei non merita il titolo di onorevole. E che ha lasciato il partito con un messaggino.

"Il coraggio serve per dire la verità caro Lombardo. Le offese sono una delle motivazioni per le quali mi sentivo a disagio nel partito. Gli attacchi personali sono noti e violenti oltre che senza fondamento. È sempre colpa degli altri per loro: gli elettori se non votano Azione, i dirigenti del partito se non concordano con Calenda. Il problema di Calenda è che sottovaluta e non considera l'opinione degli altri. E mi offende quando accusa Renzi di avermi scippata: sono una professionista. E se avesse accettato di confrontarsi con me e altri non avrebbe distrutto la credibilità di una alleanza per la quale stiamo lavorando".

Con Calenda ha chiuso quindi?

"Ha mandato per aria un progetto per paura di perdere la leadership e di affrontare un congresso democraticamente. Per il resto per me non c'è nulla di personale anche se in queste ore mi hanno attaccato personalmente. Carlo è un uomo intelligente, credo che prima o poi ci verrà a trovare nella casa dei liberali e democratici che è sempre aperta a lui e a tutti quelli che ne vogliono far parte".