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Milano, Noja: “Le Olimpiadi per realizzare una città inclusiva, senza barriere”

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L'intervista pubblicata dal "Corriere della Sera - Milano", 5 agosto 2021.

Avvocata e deputata di Italia Viva, Lisa Noja è affetta da atrofia muscolare spinale. Dal 2016 è delegata del sindaco Sala per le politiche sull'accessibilità. Si candiderà capolista, in rappresentanza del partito fondato da Renzi, nella lista riformista «Lavoriamo per Milano».

Perché la scelta di candidarsi in Comune?
«Milano è un laboratorio politico e la nostra lista vuole lanciare una sfida: unire le forze che pensano che la destra salviniana a e il populismo pentastellato nascano da uno stesso terreno politico. L'unica alternativa su piazza è il riformismo coraggioso e concreto. La mia candidatura è un segnale di impegno molto forte su questo progetto. Un deputato oltretutto può essere il tramite ideale tra amministrazione centrale ed enti locali».

I temi della sua campagna elettorale?
«La pandemia ha segnalato gli elementi di vulnerabilità di Milano. Ma la città si segnala comunque per la sua straordinaria capacità di tenere insieme le qualità di una capitale produttiva con elementi di grande solidarietà e generosità sociale. Milano dimostra quanto sia falsa la contrapposizione tra crescita e giustizia sociale. Vogliamo poi una città policentrica, con quartieri sempre più vivi e con tempi di vita diversi».

Cosa è stato fatto sul tema della disabilità in questi anni?
«Milano ospiterà tra cinque anni Olimpiadi e Paralimpiadi. È un'occasione unica per costruire la città dell'inclusività. Il Comune ha adottato il suo piano di eliminazione delle barriere architettoniche ed è certamente un passaggio importante. Ma l'occasione dei Giochi è storica. L'esempio dev'essere Londra. Il mio sogno è che per il 2026 anche Milano possa essere una città a misura di tutti. In questi anni abbiamo comunque costruito anche noi modelli virtuosi».

Per esempio?
«Al Palalido è stato fatto un bel lavoro. I colori del palazzetto non sono casuali, ma pensati per gli ipovedenti e per le persone con problemi cognitivi».

L'idea di un assessorato alla disabilità la convince?
«È un'idea di riserva indiana. L'impegno deve essere invece quello per una città dove tutti i servizi tengano conto dei bisogni di tutti. Un assessorato ad hoc, che poi nella logica leghista è sempre senza portafoglio, significa solo piantare un bandierina. Io vorrei al contrario che ogni assessorato si occupi delle persone con disabilità».