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Milano, firmato il Patto per il Lavoro. Cappello: "Uno strumento per rilanciare l'occupazione"

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La notizia su "Milano - la Repubblica" e "Corriere della Sera", 30 aprile 2022

Una Milano, quella del lavoro, che deve ripartire proponendo un nuovo modello di dialogo sociale che garantisca sì crescita, ma anche e soprattutto inclusione e coesione. Il sindaco Beppe Sala, ieri, alla firma del Patto per il lavoro — il documento firmato da istituzioni, categorie e parti sociali per disegnare la Milano del futuro — ha posto l'accento sulle criticità legate al post pandemia e sul ruolo di un accordo collettivo per rilanciare crescita e, soprattutto, occupazione.

Il Patto mette in fila una serie di ricette: «Investimenti sul welfare per aumentare l'inclusione» e su «legalità e sicurezza» prendendo a modello «i protocolli di Expo e della M4»; dialogo fra le imprese e la città «per incrociare l'offerta di lavoro con la domanda»; supporto a «istruzione e formazione» e a nuove modalità di lavoro come lo sviluppo dei coworking. Con un obiettivo: «Bisogna ricominciare a lavorare su attrattività e internazionalizzazione per generare sviluppo, crescita e occupazione».

Il Patto, che nei prossimi mesi sarà sottoscritto da altre categorie, è stato siglato dal governo con il ministro Andrea Orlando, dal Comune di Milano, Assolombarda, Camera di Commercio, Confcommercio, Città metropolitana, Afol, Cgil, Cisl e Uil.

Il Patto, nelle sue declinazioni, promette di non essere soltanto un atto politico odi indirizzo, bensì, ha spiegato l'assessora Alessia Cappello, uno «strumento per rilanciare l'occupazione con misure pratiche e verificabili». Con un monitoraggio e una riprogrammazione degli obiettivi su base trimestrale.

Le prime azioni concrete che saranno messe in campo, ha spiegato Cappello, sono diverse. Prima di tutto «la creazione insieme ad Afol di sportelli per il lavoro diffusi in luoghi non convenzionali», come mercati comunali, caselli daziari, centri per le donne. Poi: «La creazione di un incontro tra domanda e offerta di impiego in alcuni luoghi simbolo delle fragilità come le carceri». Oppure: «Potenziamento della fase di orientamento scolastico», soprattutto negli istituti tecnico professionali che «danno oltre l'84 per cento di occupazione solo nella nostra realtà».

Per accompagnare, invece, un modello di smart working che non impoverisca la città, «stiamo realizzando un progetto sperimentale rivolto alle aziende» affinché gli spazi liberati dal lavoro agile «non restino vuoti» ma «siano riconvertiti in un servizio al dipendente convenzionato con il Comune». Un esempio su tutti, gli asili nido.

Infine, l'attenzione alle donne: i bandi di gara pubblici contempleranno un meccanismo di premialità per le aziende che hanno la certificazione di pari opportunità e che tutelano il lavoro femminile.