Intervista di Giacomo Puletti, "il Dubbio", 31 agosto 2021.
Gennaro Migliore, deputato di Italia Viva, sulle modifiche a reddito di cittadinanza e quota 100 dice che «i primi a sostenere questa proposta saranno proprio Movimento 5 Stelle e Lega, perché si sono accorti che le loro misure sono state fallimentari» e spiega che il Movimento voterà la riforma del penale anche al Senato così com'è.
Onorevole Migliore, la destra chiede la cancellazione del reddito di cittadinanza, il centrosinistra ne chiede la modifica e Conte a causa della vostra proposta di referendum vi accusa di stare con la Lega. Lo chiedo a lei: con chi state?
Premetto che il centrodestra e in particolare la Lega è responsabile della misura gemella, in quanto a fallimento ed esborsi giganteschi per lo Stato a lungo termine, cioè quota 100. Che per fortuna alla fine dell'anno non ci sarà più e questo è un bene per tutti. Noi abbiamo detto che bisogna ripristinare il meccanismo del reddito di inclusione e dell'ape social, cioè due misure assistenziali che rappresentano la parte del reddito di cittadinanza che va incontro ai bisogni delle persone in quanto estensione del reddito di inclusione, aumentando lo stanziamento di risorse ma sottraendo la possibilità del controllo dei servizi sociali dei comuni.
E l'altra parte del reddito, quella dell'inserimento nel mondo del lavoro?
Ecco, quella parte va cancellata. Bisogna andare oltre la parte delle politiche attive del lavoro e della gestione fallimentare di Anpal, sotto la guida di Mimmo Parisi. Lo scopo del reddito di cittadinanza era dare assistenza in attesa delle famose tre proposte di lavoro, che però non sono mai arrivate.
Un giudizio nel completo della misura fortemente voluto dall'allora ministro del Lavoro, Luigi Di Maio?
È stata una misura fallimentare. Prima era una bandiera, poi è diventata una legge misurabile e la misura, per quella parte di reddito non destinata a famiglie bisognose ma che riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro, ha prodotto posti di lavoro pari a zero. Anzi, alcuni li ha prodotti: quelli per i navigator...
Da qui la vostra idea di referendum, del quale Matteo Renzi ha detto che sarà «il primo firmatario».
Faremo un referendum per abrogare quella parte della legge che non va e che deve essere sostituita da vere politiche attive per il lavoro. Il problema è ricominciare ad assumere, non sostenere chi dovrebbe aspettare una proposta di lavoro che non si riesce a far arrivare.
Intanto però quel sostentamento ha tenuto in piedi milioni di famiglie durante la crisi dovuta al Covid.
È vero, ma ha dei difetti. E infatti noi chiediamo di reintrodurre contemporaneamente il Rei, che sostiene l'inclusione sociale e che utilizza risorse dei servizi sociali dei comuni per identificare i bisogni reali, e di conseguenza anche per identificare chi non aveva diritto al reddito di cittadinanza. I servizi sociali sono l'ente che può di tutti conosce i bisogni delle persone. Poi c'è l'ape social, cioè l'anticipo pensionistico per i lavoratori che, anche a causa dell'età, faticano a reinserirsi nel mercato del lavoro dopo questa crisi devastante. Le risorse destinate a reddito di cittadinanza e quota 100 possono essere redistribuiti ad ape social e Rei.
Come lo direte a Movimento 5 Stelle e Lega, che sono con voi in maggioranza?
I primi a sostenere questa proposta saranno proprio Movimento 5 Stelle e Lega, perché si sono accorti che le loro misure sono state fallimentari. Certo, lo diranno con dichiarazioni edulcorate in cui non ammetteranno di aver fallito, ma i risultati sono disastrosi e sono sotto gli occhi di tutti.
Conte, come dicevamo, ha annoverato Italia Viva tra i nemici del reddito di cittadinanza. Cosa risponde?
La parte "buona" dal punto di vista della finalità era identica al reddito di inclusione. Noi siamo per aiutare ancora di più le persone che hanno bisogno di un'inclusione sociale forte. Ma quelli che devono cercare lavoro devono essere sostenuti attraverso gli sgravi d'impresa, come d'altronde era già previsto nel jobs act e anche nel decreto dignità per quanto riguarda le assunzioni al Sud. Ma ripeto che la parte di politica attiva del reddito di cittadinanza è stata una fallimento. Non perché non mi piace, ma perché non ha prodotto un solo posto di lavoro.
Eppure c'è chi, proprio a causa del jobs act e di questa posizione sul reddito di cittadinanza, vi vede come i nemici degli ultimi.
Sostenere che la nostra posizione è contro le persone più in difficoltà economica è una falsificazione. Noi siamo quelli che hanno fatto le leggi sul terzo settore e sul reddito di inclusione e per questo non ci sto a questa banalizzazione tipica del contismo. Ma d'altronde Conte dice di voler parlare con i talebani, figuriamoci se capisce quello che diciamo noi.
A dire la verità anche lei ha detto che è necessario parlare con i talebani.
Certo, anche io sostengo di dover parlare coni talebani, ma per mettere in piedi dei corridoi umanitari. D'altronde ora comandano loro, con chi dovremmo parlare?
Dopo le aggressioni degli ultimi giorni il segretario del Pd, Enrico Letta, ha fatto un appello a tutti i partiti affinché non soffino sul fuoco. Cosa ne pensa?
Penso che le alternative siano due: o l'appello viene raccolto dai partiti o se ne occuperà la polizia. Ogni atto di violenza perpetrato dai novax, che peraltro sono già violenti perché non hanno a cuore la salute pubblica, non è accettabile.
Si va verso l'autunno, che significa legge di bilancio e riforma del fisco. Troverete un accordo in maggioranza per la ripresa del Paese?
La questione delle riforme è una questione di vita o di morte. Dobbiamo essere in grado di creare le condizioni perché si facciano. Non sono pessimista perché c'è Draghi e so che con lui le riforme si faranno.
Anche se qualcuno già lo vede al Quirinale.
Abbiamo un grande presidente della Repubblica e parlare ora del futuro sarebbe una scortesia nei suoi confronti, oltre che un'inutile esercizio di stile. È troppo presto, ora dobbiamo pensare a far riprendere il paese.
Ripresa che passa anche per la riforma della giustizia. Crede che al Senato quella sul penale sarà votata tale e quale come è stato alla Camera?
Penso di sì. Abbiamo bisogno di far presto e abbiamo l`esigenza di procedere con le riforme. È un'esigenza strategica, non è questo il momento delle bandierine, sia che riguardino il reddito di cittadinanza, la giustizia, le politiche internazionali o quelle di coesione europea. Il nostro unico interesse è far funzionare il paese.