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Migliore: "Family Act e non solo. Per Conte un'alluvione di idee"

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Migliore: "Family Act e non solo. Per Conte un'alluvione di idee"
Intervista di C. Vecchio, la Repubblica, 6 ottobre 2019

Voi di Italia Viva siete i guastatori del governo, onorevole Gennaro Migliore? «
No. Vogliamo arrivare a fine legislatura, come tutti. Conte stia tranquillo. Ma non rinunciamo a fare le nostre proposte. 
Alla Leopolda ne presenteremo una che integrerà il Family Act della ministra Bonetti».

Gennaro Migliore, 51 anni, napoletano, laurea in fisica, già delfino di Fausto Bertinotti - fu il giovane capogruppo di Rifondazione comunista 
nel 2006-2008 - poi folgorato dal renzismo, al punto che ora Matteo Renzi gli ha chiesto di scrivere il manifesto del nuovo partito, Italia Viva, insieme alla deputata Lisa Noja.

Dal Chapas a 
Italia Viva. È coerente?
«Chi non rivendica la propria storia è un ipocrita. Io vengo d
alla sinistra, come Teresa Bellanova. Non ho cambiato idea, sulla società aperta, sui diritti, sui migranti, sulle carceri». Ma è ancora sinistra? «Non siamo neocentristi, come si vuol far credere. Ma se io sto dove sto è perché ho maturato l`idea di una sinistra di governo non conservatrice, capace di superare alcune pigrizie, come quella di spendere più tempo per farsi la guerra interna che per migliorare la società».

Chi è per lei, Renzi?
«Un riformatore. I suoi mille giorni al governo sono stati altrettanti giorni di speranza. Nessuno ha fatto cose più di sinistra». Anche il Jobs Act? «Sì, fu la legge più avanzata possibile in un contesto di crisi economica». Che programma scriverà? D`impronta liberista? «Ma no, l`ho sempre avversato. Siamo una forza di sinistra liberale attenta 
alle garanzie, all'innovazione, filo europea. E vogliamo allargare lo spettro del centrosinistra».

Conte è preoccupato per le vostre sortite.
«Non ne ha motivo. 
Alla Leopolda ci sarà un`alluvione di idee. Semplificazione fiscale, tecnologie, diritti. Disegneremo l`Italia del 2030. Sarà l`edizione più giovane di sempre, piena di Millennials».

Questa tensione non ricorda quella che affossò il governo 
Prodi nel 2008?
«No, li c`era Mastella, che 
questionava su ogni cosa».

Anche voi di Rifondazione non scherzavate.
«Non siamo il partito dei veti. Vogliamo metterci del nostro, abbiamo un'idea di Paese e mi interessa di più il mio elettorato di ciò che pensano di noi i nostri 
alleati di governo. Ma saremo leali, costruttivi».

È una questione di visibilità, visto che i sondaggi vi danno appena al 4 per cento?
«I sondaggi non sono le elezioni».

Lei prima di entrare 
nel Pd si batteva per un soggetto unico del centrosinistra, adesso ha appena partecipato a una scissione.
«Si prende atto che la realtà purtroppo è più forte delle proprie aspirazioni, non ho mai dimenticato gli attacchi a Renzi prima del referendum del 4 dicembre: una campagna lunare».

Bertinotti lo sente?
«Qualche volta».

E cosa le ha detto di questo suo ultimo cambio di casacca?
«Ho troppo rispetto del nostro rapporto per mettere in pubblico le sue opinioni».